Nella gara della MotoGP 2020 in Europa, Joan Mir conquista la sua 1° vittoria in Classe Regina. Una liberazione attesa da tanto, quasi a coronare un mondiale che stava dominando già da prima. Ma cosa si nasconde dietro la 1° vittoria?
Dalla porta di servizio
Joan Mir nasce a Palma de Mallorca il 1° Settembre 1997. Dopo averci debuttato nel come wildcard nel 2015, sarà Campione del Mondo di Moto 3 2017. In quell’anno, le sue 10 vittorie vengono suggellate dal suo punto di forza: l’ingresso in curva. Dalle inquadrature di quel periodo, emergono delle staccate magistrali: Joan da una “pinzata secca” per poi lasciare il subito il freno e portare molta velocità in piega.
Chissà se già immagina la produttività di tale tecnica anche su una Suzuki. E’ su quella che debutterà nel 2019, dopo un discreto 2018 in Moto2. La GSX-RR sembra la moto perfetta per i rookies: dotata di un gran telaio, permette un’agilità ed una percorrenza da manuale. Il team manager del team Suzuki Ecstar, Davide Brivio, sa essere un ottimo leader (chiedere a Valentino Rossi per conferma). Come accedere alla casa della MotoGP dalla porta di servizio.
Alla ribalta
Il suo anno da debuttante scorre all’ombra di Fabio Quartararo e dopo le prima gare del 2020, inanella una striscia di podi. La sua specialità sono gli ultimi giri. Mentre gli altri derapano e telegrafano con il gas per via delle gomme finite, Mir li infila con traiettorie strettissime. E, fatte salve le premesse sulla Suzuki, se quest’ultima chiude al 2° posto su un tracciato spigoloso come Zeltweg, figuriamoci su un pistino tortuoso come Valencia.
Detto, fatto. Le Suzuki si sono rivelate imprendibili sull’autodromo Ricardo Tormo. Proprio lì Joan Mir ha conquistato la sua 1° vittoria in MotoGP. Una vittoria che porta con se numerosi effetti collaterali, tutti piacevoli. O quasi.
1° Vittoria di Joan Mir
Già, la doppietta di oggi pone nelle prime 2 posizioni della classifica, i 2 piloti del team Ecstar. Joan Mir è 1° con 37 punti di vantaggio, a fronte dei 50 rimasti in palio. Non solo: nel mondiale costruttori, Suzuki è ora in testa. Potrebbe essere quindi una stagione iper positiva per tutti. Tranne che per Joan in persona.
La vittoria, a detta di molti Campioni, porta con se molta apprensione, alla quale segue un innalzamento notevole dell’asticella personale. Fino a vette che potrebbero portare all’errore. Gli esempi non mancano.
La sua crescente velocità, unita all’incertezza derivante dal Covid-19, potrebbe rimetterlo sul mercato. Una moto più performante potrebbe fargli gola ed è questo il tranello in cui non deve cadere (come invece accadde a Maverick Vinales). Joan Mir farebbe bene a restare anche dopo il 2022 e riportare Suzuki ai fasti del funambolico Kevin Schwantz.
Affinché ciò accada, Davide Brivio dovrà essere più ferreo dei 22 compagni di Ulisse ed isolare le orecchie di Joan dal Canto delle Sirene contrattuali. E, come il mondo intero ha scoperto nel 2020, l’isolamento costa molto.