Questo fine settimana, il Motomondiale raggiunge un traguardo strepitoso: 1000 GP della Classe Regina, a partire dalla sua invenzione. E partiamo da molto lontano: era il 1949.
1000 GP per la Classe Regina del Motomondiale
Era il 1949 e da allora venne introdotta la Classe Regina. Mezzi equipaggiati con motori 500 cc 4 tempi, con i quali gareggiavano i piloti più acclamati della storia. Venne poi il florido periodo di Giacomo Agostini, Libero Liberati, Tarquinio Provini e tutti quei piloti che hanno implementato le evoluzioni delle quali tuttora beneficiamo.
Il passaggio ai più competitivi motori a 2 tempi e l’eliminazione di tutte quelle tappe “al limite” (Villa Fastiggi a Pesaro, Tourist Trophy sull’Isola di Man e via via tutti i circuiti cittadini), in favore del crescente professionismo.
Quindi e quindi
Venne poi il periodo dei grandi Campioni internazionali, financo quelli d’oltreoceano: Jarno Saarinen, Barry Sheene, Mike Hailwood, Kenny Roberts. Tutti i miti che introdussero a loro tempo la rivoluzione coopernicana: il ginoccho a terra. Il prezioso punto di contatto con il suolo che permetteva ai piloti di avere un sensore dell’angolo di piega. Nonché un punto di scarico del peso.
Che dire poi di Freddie Spencer? Anch’egli precursore della guida molto esposta con il busto, oggi vitale per andar forte anche con le Ohvale MiniGP da 12 pollici. E poi, primo giovincello in una Classe Regina di piloti adulti.
Generazione di fenomeni
Uno di quei piloti a connettere il presente con il passato fu proprio Max Biaggi. Dalla sua rivalità contro Valentino Rossi è nata una nuova pagina del Motociclismo. Quella delle battaglie all’ultimo sangue e della rivalità sia dentro che fuori la pista. Ed ora che entrambi non corrono più, resta un suono dolce. La soave melodia del motore 2 tempi sul quale hanno iniziato a correre. Sia loro che i piloti oggi impegnati a ripetere le loro gesta.