Oggi sono ben 20 gli anni senza Joey Dunlop. Un pilota la cui scomparsa ha lasciato un buco enorme nel panorama motociclistico. Le sue imprese vengono celebrate ancora oggi e decorate con il colore più vivace di tutti: la passione.
Sono un ragazzo di strada
Joey Dunlop nasce a Ballymoney il 25 Febbraio 1952, in quel nord dell’Irlanda che tanti piloti regalò al motociclismo (ad esempio, Jonathan Rea). Tra il 1976 si cimenta in varie classi del Motomondiale: 125, 250, 350 e 500. Le sue partecipazioni sono saltuarie, con risultati modesti e numerosi ritiri. La sua vera passione erano le corse su strada, tra cui spicca su tutti i Tourist Trophy che ogni anno (tranne che nel 2020) si disputa presso l’Isola di Man.

Le corse su strada: quelle competizioni illogiche per molti, visti i pericoli ai quali ci si espone. Muri che si avvicinano al corpo; imbarcate e sbacchettamenti ad oltre 200 km/h; curve cieche nelle quali l’ago del coraggio sfiora il limitatore della paura. Se a ciò aggiungiamo l’elevato tasso di precipitazioni di tale zona, capiamo quanto sia rischioso corrervi.
In questo contesto, Joey Dunlop ha ottenuto: 26 vittorie al Tourist Trophy; 13 alla North West 200; 24 all’Ulster GP; altri 162 trionfi nelle gare su strada.
20 anni senza Joey Dunlop
Fedele al suo metodo Multitasking che lo vedeva spaziare tra varie classi e cilindrate, in quel 2 Luglio 2000 Joey vince 2 gare di una manifestazione in Estonia, a bordo di 600 e 750cc. Decide di prendere parte anche alla gara della Classe 125. L’asfalto bagnato gli fa perdere il controllo del mezzo e finisce contro degli alberi. Così come nelle Road Races non c’è tempo di pensare, in quel momento non c’è spazio per preghiere.
Joey lascia la moglie Linda e 5 figli: July, Donna, Gary, Richard e Joanne. Celebre per le numerose quanto silenziose iniziative benefiche, già nel 1986 è stato insignito della preziosa onorificenza di MBE (Member of British Empire).