Un incidente in motoslitta, ci costringe a dire addio a Ken Block: una leggenda che dopo una vita in drift spegne la candela dell’adrenalina.
Addio Ken Block
Ken è una leggenda vivente. Un uomo che ha fatto del suo bisogno di adrenalina la sua passione, la sua vita. La sua professione. Basta vederlo all’opera con un auto da rally per capire: Ken Block era sempre di traverso, in derapata, con le ruote fumanti e mai allineate tra loro. Rendere una traiettoria così ancor più efficace di quella accademica è un’arte. Un’arte che Ken padroneggia magistralmente.

E si sa: chi vive di adrenalina, per l’adrenalina rischia. a 55 anni, stava provando Ski-Doo Summit X Turbo: la sua nuova motoslitta, sui pendii innevati dello Utah. Divertimento, velocità, controllo, ribellione. Poi un po’, un altro po’, ancora un po’ di più. Un salto eccessivamente zelante lo ha fatto volare dalla motoslitta. La stessa che poi gli è caduta addosso. Schiacciando il suo corpo, il suo orgoglio con il materiale che per anni egli stesso ha estratto da ogni dove per vivere: la velocità.
Gymkhana
Il nome della serie con la quale Ken è diventato più popolare sulle piattaforme social nel 2008. Sono poi seguite le evoluzioni: Climbkhana ed Electrikhana. La variabile erano i mezzi e le condizioni con le quali Ken si è confrontato nel tempo; la costante, la sua voglia di sfidare il cronometro, il fondo, gli avversari. Incluso se stesso.

E le sue acrobazie lo hanno portato in Italia nel 2014. In una cittadina di nome Monza, non lontanissima da Milano, dove da anni si svolge un Rally. Egli vi ha partecipato, lottando contro specialisti della Formula 1 quali Jacques Villeneuve e Robert Kubica.
E poi pensiamoci: americano, amante del drift e dello spettacolo…poteva esimersi dal partecipare al San Marino Legend Show? Dai, con quelle rotonde così drift-friendly.
We’ll miss you
Dopo tanta velocità e tanto rischio su asfalto, il pericolo è arrivato su un territorio innevato. Ad oggi Ken lascia la moglie e 3 figli all’età di soli 55 anni. La maggior parte pigmentati dei colori che egli preferiva. Sarà l’inutile solvente di un dolore enorme. Per la sua famiglia, quanto per i suoi collaboratori che da lui hanno imparato anche ciò che non sapeva insegnare: vivere di moderazione.
Good Speed, Ken!