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AGGIORNAMENTO: Airbag Moto. Niente incentivo alla sicurezza

Il 2003 è un anno particolare per il motociclismo: Honda entra nel mercato dei più giovani con la CBR 125, spinta da un ecologico motore 4 tempi da soli 14 cv: una rivoluzione che non piace ai giovani, abituati ai goduriosi 2 tempi degli anni passati. Nella MotoGP, segnata dalla morte di Daijiro Kato nel GP inaugurale di Suzuka, nasce la Safety Commission: un organo, nell’impero Dorna, atto a preservare l’incolumità dei piloti durante la stagione. Denominatore comune tra i 2 eventi è la sicurezza. In quell’anno, Lino Dainese brevetta un sistema di airbag moto. Tale sistema debutterà in gara nel 2006 e nel 2011 verrà commercializzato il 1° modello D-Air. Un idea vincente, che ha ispirato altri costruttori (Alpinestars, Spidi, Rewin, Vircos).

Bello! E come funziona?

Ad oggi, esistono varie categorie di Airbag moto. Possiamo fare una prima scissione tra Meccanici ed Elettronici. I primi sono collegati alla moto con un cavo: qualora il cavo si staccasse dalla moto, significherebbe che il pilota sta cadendo. A questo punto, le bombolette di gas gonfiano la sacca dell’airbag in circa 0.2″; gli elettronici, detti anche Stand Alone, sono più indipendenti fisicamente ma più complessi tecnicamente: funzionano mediante una centralina che rileva vari parametri (posizione, sensori, accelerazioni verticali e laterali etc.) e permette alle sacche di gonfiarsi in circa 0.1″ (la metà del tempo che occorre ad un dispositivo meccanico). Inoltre, gli airbag moto, sono  utilizzabili in diverse configurazioni:

Airbag moto per tutti i gusti

L’utente più “bisognoso” è il pilota professionista, la cui tuta in pelle è dotata di questo prezioso accessorio. Ovviamente, qualsiasi amatore può acquistarne una: brand come Dainese, Alpinestars, Vircos e Rewin, ne producono esemplari su misura. In evidenza le ottime: Dainese Misano/Mugello D-Air; Alpinestars Racing Absolute; Vircos Racer 1 Tech-Air; Emulare le pieghe dei campioni è ancor più divertente quando si dispone della loro sicurezza.
Airbag motoCerto, indossare una tuta in pelle con airbag nel canonico tragitto casa-ufficio è scomodo. Per questo nascono le giacche dotate di airbag: estive ed invernali, rivestite in pelle o cordura (più fascinosa la prima, più fruibile e lavabile  la seconda). sfruttano l’esperienza in pista, mettendola a disposizione del consumatore. Tra le migliori segnaliamo: Dainese Tuono D-Air ed Alpinestars Yaguara Drystar Tech-Air;
Airbag moto
 
Infine, la soluzione più pratica ed economica: i gilet con airbag. Hanno, dalla loro, il vantaggio di poter essere utilizzati ovunque, senza fili, anche sotto una giacca che non ne è munita. Una soluzione che strizza l’occhio all’utenza più Easy Riding. Tra i più accreditati: Alpinestars Tech-Air; Ixon IX Airbag; Dainese Smart Jacket. Quest’ultimo prodotto, si avvale della sacca Shield: realizzata in microfilamenti per ottenere una pressione d’esercizio omogenea.

Per gli Airbag moto, generosi incentivi

A discriminare la diffusione di questi dispositivi è il fattore economico: benchè diminuiscano di anno in anno i costi di produzione, i prezzi rimangono inaccessibili per buona parte dell’utenza. Negli ultimi giorni, la Commissione Finanze aveva approvato la detrazione fiscale per gli acquirenti di Airbag moto. tutto dipendeva però dalla relativa legge di Bilancio, in discussione nel Parlamento. Il deputato M5S Nunzio Angiola aveva presentato un emendamento per stanziare 30 milioni di € ed attuare uno sconto del 50% sull’acquisto di un capo dotato di airbag, fino a un massimo di 250 euro di spesa. Norma estesa tanto agli airbag integrati in tute e giacche, quanto ai gilet da indossare sotto di essi. Un incentivo al commercio e alla sicurezza: 2 temi caldi nell’ultimo decennio, raggelati da una doccia assai fredda. Purtroppo, tale provvedimento è stato bocciato prima dell’attuazione. Causa del rifiuto, l’insufficienza di coperture. L’ennesimo progetto confinato nel cassetto delle opportunità incompiute: quelle di foraggiare la sicurezza, in un settore da sempre bersagliato per la sua pericolosità.

Federico Trombetti
Federico Trombetti
Federico Trombetti nasce in provincia di Roma nel 1992. Il suo paese sorge in prossimità di un aeroporto e forse nasce da qui la sua passione per i viaggi. Studente perenne di qualsiasi argomento gli capiti a tiro, ha 3 grandi amori: la Scrittura, nella quale si cimenta dal 1° anno di liceo, con poesie e brevi componimenti, sino a scrivere il suo primo romanzo a 17 anni e il secondo a 22 (magari un giorno li pubblicherà…); la Filosofia; i Motori, per i quali spende buona parte del suo denaro e del suo tempo libero. A 10 anni nasce l’amore per il motociclismo, a 14 il primo motorino, a 22 la prima giornata in pista. Qualche gara amatoriale e la costante voglia di migliorarsi. Grande appassionato di Musica, Cinema, Teatro e Cucina. Non sopporta i luoghi comuni, gli alcolici e la filosofia del “tutto o niente”.

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