I test della Superbike 2020 a Jerez risponderanno alla domanda della stagione: che risultati otterrano Alvaro Bautista e la Honda? Quale che sia la risposta dal futuro, per il pilota spagnolo e la casa giapponese sarà un anno cruciale: Alvaro ha vissuto un 2019 di luci (11 vittorie consecutive nella 1° metà di stagione) ed ombre (errori quasi “puerili” nella 2° metà di stagione); Honda, dal canto suo, negli ultimi anni ha investito molto più nella MotoGP che non nelle derivate di serie. Le ultime 5 stagioni sono state disastrose. Evidente che entrambi cerchino riscatto.
Alvaro Bautista e la Honda: una lunga storia d’amore
Il nome di Alvaro Bautista si diffonde nei moderni uffici di Tokyo a partire dal 2012. Quell’anno, il pilota spagnolo corre con il team Gresini (allora brandizzato “San Carlo”) in MotoGP. Lo attende una Honda RC213V, simile a quella utilizzata dagli ufficiali Stoner e Pedrosa. Ne nasce una stagione positiva, che lo vede 5° in classifica finale: il massimo a cui si possa ambire in un team satellite. L’anno dopo, Fausto Gresini ed Honda rinnovano la fiducia a Bautista, il quale insidia Valentino Rossi in alcune lotte per la Top5. Nel 2014 Alvaro è pronto per la consacrazione, ma qualche errore di troppo gli fa perdere punti importanti.
Le strade di Alvaro Bautista e la Honda si ricongiungono a metà 2019: lo spagnolo è deconcentrato brancola nel buio, mentre la crisi con Ducati è sotto gli occhi di tutti. Nel frattempo, Honda sta per sfornare una fiammante CBR1000RR Fireblade, destinata a turbare il sonno di molti centauri. Evidentemente, anche quello di Alvaro, che sceglie di corrervi l’anno successivo.
“Non mi aspettavo un motore così potente!”
Il diretto interessato commenta così il passaggio dalla Rossa di Borgo Panigale all’Ala dorata:
“Io avevo bisogno di nuovi stimoli e anche Honda punta alla vittoria nel 2020. Devo abituarmi al telaio e all’elettronica: oggi con il bagnato non ho potuto testarli a fondo. Al mio fianco c’è un team molto preparato, composto anche da persone che hanno lavorato in MotoGP. Il motore della CBR ha un’architettura diversa dal V4 Ducati al quale sono abituato: dovrò resettare il mio stile di guida. Sicuramente, è molto potente ed ha un’erogazione diversa che dovrò interpretare al meglio.”
Inoltre, Bautista ammette di aver ricevuto un feedback piuttosto autorevole circa le potenzialità della Honda CBR:
“Marc Marquez mi ha parlato bene di questa moto. Anche lui è rimasto impressionato dalla potenza di questa nuova CBR: già nella versione stradale, va molto forte (e detto da un pilota per il quale, 270 cv e pieghe con la spalla a terra, sono ordinaria amministrazione…NDA). Ora si tratterà di scaricare a terra tutti quei cavalli.”
Nel 2020, Alvaro Bautista e la Honda vorrebbero celebrare la ritrovata unione con un BEL risultato. Già in questi test, avremo un idea di quanto volerà in alto il pilota spagnolo sulle ali dorate della moto giapponese.