Da un recente chiarimento, emerge che l’Aprilia RSV4 non potrà correre nel WorldSBK con giusto dispiacere dei fan. Fino a un certo punto, però.
Perché il WorldSBK non accoglie l’Aprilia RSV4?
A prima vista, sembrerebbe un rifiuto ingeneroso nei confronti di una moto alla quale il mondiale delle derivate di serie deve molto. Max Biaggi vi ha vinto 2 titoli mondiali nel 2010 e 2012 e Sylvain Guintoli uno nel 2014. Senza contare le belle gare viste con Eugene Laverty, Leon Camier e Marco Melandri.
Allora perché non può parteciparvi serenamente e avere la possibilità di vendere il Lunedì un prodotto che vince la Domenica? Il motivo è presto spiegato.
Fattore CC
Come ben sappiamo, la supersportiva di Noale è dotata di un motore da 1100 cc, in luogo dei 1000 cc consentiti dal regolamento. Questo le da un piccolo vantaggio in termini di coppia ai bassi regimi, a parità di potenza. O, a parità di coppia, si otterrebbe maggior potenza. Insomma, non è fattibile. E non si tirino fuori scuse del tipo “non da nessun vantaggio”. Se non lo desse, che facciano pure un motore 1000 cc.
Non è un caso che Ducati non possa partecipare con la Panigale V4S, ma sia “costretta” a produrre la V4R per queste occasioni. E, restando nei confini nazionali, lascia perplessi che Ducati vi partecipi con la V4R, mentre Aprilia possa portare la sua RSV4 1100 in lungo e largo.
Stock
La soluzione a tanti problemi si chiama Superstock: nell’omonima classe del Mondiale Endurance (in Superbike non esiste più da fine 2018), corrono mezzi il cui motore è poco preparato rispetto alla configurazione di serie. Il motivo è il contenimento dei costi e, in ragione di questo, perché non adottare un motore maggiorato che consenta la stessa potenza con meno giri? Soprattutto sulla lunga distanza, dove a contare è l’affidabilità.
Per il resto, non ci si indegni oltremodo: i regolamenti sono fatti per essere applicati, ogni tanto.