Auguri ad Andrea Dovizioso per i suoi 34 anni. Un pilota particolare, unico, limpido ed ombroso al tempo stesso. Nella vita reale, Dovi è legato a doppio filo alla sua terra ed ha una di 10 anni figlia, Sara; tra i cordoli è protagonista di bagarre epiche contro Marc Marquez. La sua personalità si compone dell’alternanza tra: Cavallo Bianco, metafora di razionalità; Cavallo Nero, follia.
Da Forlì al motomondiale
Andrea Dovizioso nasce il 23 Marzo 1986, a Forlimpopoli. Cresce a Forlì, dove tuttora vive, nella Romagna che sprizza passione motoristica da ogni filo d’erba. A soli 3 anni, papà Antonio regala al piccolo Dovi una piccola Malaguti Grizzly. Andrea la guida senza sosta, affinando le capacità che un giorno lo porteranno in MotoGP. Il suo idolo è Kevin Schwantz, del quale adotterà il numero 34 dal 2002 al 2007. Nei primi anni ’90, l’infazia di Andrea subisce un doppio urto: l’azienda di papà Antonio subisce un tracollo finanziario; i suoi genitori si separano. Questo però non spegne la sua determinazione.
In quegli anni, nella nostra penisola arrivano anche le Minimoto. Nonostante le tante difficoltà, Andrea ed Antonio riescono a trasformare i problemi in opportunità di crescita. Dopo parecchie vittorie nelle minimoto, nel 2000 Andrea Dovizioso passerà alle 125, sulle quali vincerà l’Aprilia Challenge. Nel 2001 vincerà il Campionato Europeo 125. Nel 2002, i tempi sono maturi ed Andrea Dovizioso passa al Motomondiale.
Campione del Mondo
Andrea approda nella ottavo di litro sulla Honda RS125 del team Scot. I primi 2 anni sono di apprendistato e consapevolezza. Nel 2004 Dovi diventa Campione del Mondo della Classe 125 a 18 anni. Un’annata impeccabile, fatta di vittorie nette e punti preziosi. Da segnalare il GP del Qatar: Dovizioso e Lorenzo arrivano al traguardo in volata. Talmente in volata che nessuno, neppure il fotofinish, riesce a decretare il vincitore. La vittoria verrà assegnata a Jorge Lorenzo, in virtù del giro veloce in gara.
In questi anni, Andrea rafforza la sua mentalità da Campione. Al contrario di molti colleghi, non buca lo schermo; in compenso, studia ed analizza ogni dettaglio, non lascia nulla al caso. Si circonda di persone fidate con le quali continua a lavorare su se stesso. Nel 2005, 2006 e 2007 correrà in 250, sempre sulle Honda del team Scot (nonostante le lusinghiere avance di Aprilia). Saranno 3 anni importanti per la sua crescita, pur non riuscendo a vincere il titolo.
Si cresce in fretta
Nel 2008, Dovi arriva in MotoGP, ancora una volta sulla RC212V del team Scot. Sarà un anno positivo, considerando lo status di Rookie e di pilota non ufficiale. I radar di HRC si posano sugli occhi di Andrea, che nel 2009 coronerà il suo sogno: correre con una Honda Repsol super-ufficiale, al fianco di Dani Pedrosa. Quello stesso anno, una grande gioia colorerà la sua vita privata: il 14 Dicembre, nasce sua figlia Sara. Nel 2010, i rapporti con Honda si incrinano: Dovi è un grande collaudatore ma, a detta dei vertici HRC, non ottiene risultati congrui al suo pacchetto. Nei corridoi Honda, inizia a rimbombare il nome di Casey Stoner: l’australiano verrà affiancato a Dani Pedrosa. Cosa ne sarà di Dovizioso?
Purgatorio
Nel 2011, il team Repsol Honda schiera 3 piloti: Dovizioso, Pedrosa e Stoner. In realtà, anche l’ex-rookie 2010 Marco Simoncelli gode della Honda factory, benchè in forza al team San Carlo Gresini. Sarà un anno intenso: Stoner e Lorenzo si contendono il titolo (la spunterà l’australiano); con Rossi in difficoltà su Ducati, i media giocano sullo storico dualismo Dovi-SIC: schivo, timido e mediaticamente trasparente il primo; simpatico, giullare e coinvolgente il secondo. Purtroppo, la lotta terminerà il 23 Ottobre 2011 sul tracciato malesiano di Sepang. In seguito, Dovi analizzerà lucidamente il suo rapporto con Simoncelli: se l’intesa umana non c’è mai stata, ciascuno dei 2 è stato per l’altro un pungolo, un incentivo a dare il massimo in pista.
Desmodovi
Dopo la stagione 2012 sulla Yamaha M1 del team Tech3, Dovizioso passa in Ducati 2013. Lo scenario è post-apocalittico; la moto ha un gran motore ma evidenti criticità nelle curve più strette. Tanti auguri Andrea Dovizioso. Dal 2014, Gigi dall’Igna inizia un processo di adattamento che durerà anni. Dopo un infelice esperienza con Andrea Iannone nel 2015 e 2016, il 2017 sembra l’anno buono. Al Mugello, Dovi vince con margine e si ripete la settimana successiva in Catalogna. In Austria, accende e vince Marc Marquez una battaglia epica contro Marc Marquez. Lo scenario si riproporrà in Giappone. Quell’anno Marquez vincerà il titolo ma, per la prima volta dal 2007, Ducati lotterà fino all’ultima gara per il titolo mondiale. Con Marc Marquez seguiranno altre battaglie avvincenti nel 2018 (Qatar e Thailandia) e 2019 (Qatar ed Austria), coadiuvate da un rapporto cordiale e rispettoso.
Per la stagione 2020, non ancora iniziata, auspichiamo in altre battaglie del genere. Anno dopo anno, Cavallo Bianco e Nero si amalgamano sempre più in Andrea. Per ora, facciamo gli Auguri ad Andrea Dovizioso e…che il 2020 sia l’anno del cocktail ottimale.