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Auguri Troy Bayliss. I 51 anni del Ducatista

Se si pensa alla Superbike, dagli albori della sua storia alla fine degli anni ’80 fino ad oggi, un’azienda spicca sulle altre: Ducati. Nonostante un digiuno di vittorie dal 2012 al 2015, la casa di Borgo Panigale è stata la miglior protagonista delle derivate di serie. Di conseguenza, parlando di Ducati, un nome riscalda il cuore degli appassionati: Troy Bayliss, al quale oggi facciamo gli auguri per i suoi 51 anni.

Auguri Troy Bayliss

Troy Bayliss nasce il 30 Marzo 1969, a Taree, in Australia. Una nazione molto cara agli appassionati di motociclismo, in quanto fucina di talenti delle 2 ruote. Nascere in Australia con la passione per le 2 ruote, impone lo svezzamento mediante il Motocross. Il nostro Troy non fa eccezione: partecipa a diversi campionati riservati al tassello. Non riuscendo a farne la sua professione, lavora come carrozziere, ma a metà anni ’90 il giovane Bayliss si ributta a capofitto tra le 2 ruote. In quegli anni, alterna diverse competizioni: dalle Supersport 600 dei campionati Australiani, alla Classe 250 del Motomondiale. Nel 1999, l’australiano vince il Campionato BSB. Un campionato estremamente selettivo, disputato su piste inglesi tutt’altro che facili.

La consacrazione

Nel 2000 il suo nome rimbalza da un ufficio all’altro di Borgo Panigale. Il nuovo millennio si apre con la prospettiva dell’AMA Superbike in sella alla Ducati. Purtroppo tale annata coincide con il gravoso incidente di Carl Fogarty, altro pilota cardine della Rossa nel mondiale SBK. Per King Carl, l’incidente si traduce nell’immediato ritiro dalle competizioni: dopo un tentativo a vuoto con Luca Cadalora, il team Ducati Infostrada schiera Troy Bayliss nel GP di Monza. Il tracciato brianzolo possiede il rettilineo più lungo del Campionato, al quale segue la staccata più impegnativa del calendario: dagli oltre 300 km/h in 6° piena, si passa ad una variante da in 1° marcia. Quì, Troy Bayliss compie il suo capolavoro. 5°, ma in piena lotta con Colin Edwards, Frankie Chili, Yanagawa e Nori Haga, li supera tutti e 4 in staccata, prendendo il comando della gara. Nessuna vittoria agonistica, ma tanta stima aziendale. Confermato nel team, Troy vince a Brands Hatch ed Hockenheim.
Il 2001 è l’anno buono. Troy Bayliss diventa Campione del Mondo di SBK, con ampio margine sugli inseguitori. Nel 2002, il miracolo può ripetersi. Il ducatista mette insieme un ruolino di marcia niente male, che per buona parte del Campionato lo vede persino più veloce dell’anno prima. Ma l’americano Colin Edwards e la sua Honda VTR-1000 SP2 sono in gran forma. Lo scontro finale tra Bayliss e “Texas Tornado” sarà nell’appuntamento di Imola. La sfida si risolverà a favore di Edwards, ma per Troy e la Ducati c’è un progetto di grande spessore: la MotoGP!

Incroci pericolosi

Troy Bayliss debutta nella Classe Regina del Motomondiale nel 2003. Correrà nel team ufficiale Ducati al fianco di Loris Capirossi. L’australiano chiuderà la stagione in 6° posizione, con 3 podi: non male, considerando il debutto assoluto per entrambi. Nel 2004, la spinta propulsiva dell’anno precedente si esaurisce: la Desmosedici GP4 ha molte criticità e la direzione tecnica è allo sbaraglio. Troy chiuderà 14°. Il 2005 vede Bayliss tradire momentaneamente il suo amore per Ducati con la Honda RC211V del team Camel. Si tratta tuttavia di una perdonabile scappatella, che gli porterà una nuova consapevolezza: il suo cuore batte all’unisono con il Bicilindrico Ducati; lo scampanellio della frizione a secco è per lui una soave melodia; la sua tempra australiana sguazza nei turbolenti oceani del mondiale SBK. E’ tempo di tornare a casa.
Auguri Troy Bayliss

Troy Bayliss ritorna in SBK: tanti auguri agli avversari

Nel 2006 Troy ritorna in SBK e per festeggiare il suo ritorno vince il suo 2° titolo mondiale sulla Ducati 999R. Nel 2007, come raccontato pochi giorni or sono, la sua rivalità con James Toseland raggiunge l’apice. Stupende le vittorie di Assen e Phillip Island. Nel 2008 Ducati porta in gara la 1098R. Quell’anno, il Ducatista, ormai prossimo agli “anta”, medita il ritiro dalle competizioni. Il suo fisico risente dei numerosi infortuni contratti negli anni. A questo aggiungiamo lo stoico coraggio di Troy. Dopo una violenta caduta in Gara 1 a Donington nel 2007, Bayliss espresse fermamente: “Amputatemi il dito: voglio correre in Gara 2!”. Purtroppo per la sua volontà, ma per il bene della sua incolumità, non gli fu concesso di partecipare.
Comunque, ritiro o non ritiro, nel 2008 Troy Bayliss è velocissimo e vince il campionato, sopravanzando di 118 lunghezze un altro giovincello di nome Troy Corser. Gara 2 del GP di Portimao coincide con il suo ritiro. I commentatori di tutto il mondo elogiano le sue gesta. I fan, sia in circuito che “da remoto”, applaudono le sue gesta per un ultima volta. Uno di questi fan godrà di un particolare privilegio: gli arriverà alle spalle in quella gara. Si tratta del suo compagno di box: il romano Michel Fabrizio.

Eterno amore

Nel 2015, la scintilla tra Bayliss e la casa emiliana non si è ancora spenta. L’australiano sostituisce Davide Giugliano nel team Ducati Aruba per i primi 2 round: Phillip Island e Buriram. Nonostante una posizione in sella datata, sul giro secco, il numero 21 è ancora nel gruppo buono. Nel 2019 Troy porterà in gara nella ASBK la Panigale V4. Convertito a questa rivoluzione, Troy Bayliss giura eterno amore alla Ducati. Lo stesso che i suoi fan provano per lui. Tanti auguri ancora.
 
 

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