Brembo ci parla dell’impiego dei freni da parte della MotoGP 2022 a Jerez. Un utilizzo frequente ma al tempo stesso leggero. D’altro canto, il tracciato andaluso vanta un layout piuttosto scorrevole, fatto di curvoni veloci e lunghe percorrenze a moto piegata. Yamaha è chiamata alla riconferma dopo la vittoria di Portimao.
Brembo per la tappa di Jerez della MotoGP 2022
Il carico complessivo impresso da un pilota nell’arco di una gara supera gli 11 quintali. In ogni giro, i piloti utilizzano gli impianti per circa 35″. Dati record, soprattutto se rapportati alla non eccessiva lunghezza del circuito. Dati che però non dicono tutto: cotanto impiego dei freni deriva da pressioni piuttosto leggere nelle singole curve. In quasi tutte le curve, la leva si mantiene per meno di 2″.
In sostanza, il freno anteriore serve spesso per caricare l’avantreno ed inserire la moto in curva con più decisione, portando più velocità verso la corda (e rischiando meno). Stesso vale per il freno posteriore che aiuta a stabilizzare il retrotreno nelle lunghe percorrenze.
A caccia di rettilinei
Il layout estremamente curvilineo del tracciato stride con i motori delle MotoGP moderne, le cui potenze sono ormai prossime ai 300 cv. Per scaricare a terra quanti più cavalli possibile, si ritardano all’inverosimile i punti di corda e successivamente ci si sporge molto con il busto. In questo modo, si riducono i metri in piega e si allungano i rettilinei. D’altro canto, in tempi non sospetti, Simone Corsi ci disse che a Jerez le MotoGP viaggiano a potenza piena per soli 6″ su un giro che in qualifica dura 1:36″. Tutto il resto del tempo, l’elettronica tiene al guinzaglio la potenza.
Sei come 6
Tuttavia, alla curva 6, vedremo bei sorpassi. E’ forse l’unica vera staccata del circuito. Si passa dai 300 ai 70 km/h in 5,4″ e 240 mt, con un carico sulla leva di quasi 6 kg per fermare la moto, mentre si scala dalla 6° alla 2° marcia. Quì, un tenace Valentino Rossi resistette più che poté al più veloce Maverick Vinales nel 2020.