Oggi auguriamo Buon Compleanno ad Aleix Espargaro. Un pilota che, a dispetto della sua indubbia velocità, non viene menzionato come merita dagli addetti ai lavori. Estremamente poliedrico nelle diverse categorie, è in perenne ricerca di una sella che esprima al meglio il proprio potenziale. Purché in MotoGP.
Con il cappello in mano
Aleix Espargaro nasce a Granollers (Catalogna) il 30 Luglio 1989. Anche suo fratello Pol, di 2 anni più giovane, corre come pilota professionista in MotoGP ed è attualmente un suo rivale. Nonostante venga da quella Catalogna delle piccole cilindrate e dei grandi sponsor, Aleix entra nel Circus del Motomondiale con il cappello in mano. Nel 2004 è Campione spagnolo 125, categoria nella quale si concede una wildcard a fine stagione.
Il 2005 segna il suo debutto da titolare in 125 nel team Seedorf RC3. Non sarà un anno da ricordare. Nel 2006 passa al team Wurth Honda, inizialmente nella Classe 125, per poi spostarsi nella 250. La Ottavo di litro che tutti ricordiamo era estremamente selettiva e, talvolta, profondamente ingiusta verso i piloti: un mezzo più o meno competitivo influiva notevolmente sul rendimento. Non è un caso che molti siano stati ridimensionati sia in positivo (vedi Casey Stoner) che in negativo (vedi Hector Barbera), una volta migrati altrove.
Nella propedeutica 250, Aleix permarrà per 3 anni. La sua miglior stagione sarà il 2008, nella quale chiuderà 12°, ottenendo in Malesia il suo miglior risultato: un 5° posto, proprio mentre Marco Simoncelli festeggiava il suo agognato titolo mondiale. Ora c’è da fare, da studiare e da capire. Si passa in MotoGP.
Inferno dantesco
Nel 2009 correrà 2 GP in 250 nei quali arriverà rispettivamente 4° e 7°. Tale annata è però cruciale in virtù del passaggio in MotoGP. Sostituisce Mika Kallio nel team Pramac, su quella Desmosedici GP9 che solo Casey Stoner sapeva far volare. L’anno successivo rimane nello stesso team, arrivando 8° nei GP d’Italia e d’Austrialia.
Per il suo attaccamento quasi impiegatizio al posto fisso in MotoGP, il 2011 è una pausa caffè. Correrà in Moto2, dove otterrà il primo podio mondiale della sua carriera, in Catalogna. Il richiamo della MotoGP è sin troppo forte per il giovane Aleix, che decide di tornare nella Classe Regina.
La ART della quale dispone è un ibrido tra una SBK ed una MotoGP. Il telaio non è male, ma su ogni rettilineo il gap di potenza è imbarazzante. Nel 2012 è costantemente invischiato nei piazzamenti oltre la Top10, con l’apice di un 8° posto in Malesia. Relativamente meglio l’anno successivo, del quale il GP di Misano è stato l’apoteosi. Ottenuto un brillante 6° posto in Qualifica, parte forte e la sua ART n°41 si mischia sorprendentemente alle Honda e le Yamaha ufficiali. Il sogno dura poche curve: nel rettilineo tra le Rio e la Quercia, le Jap Factory lo risucchiano come fosse su una Supersport. In più, uno Jump Start lo costringe a partire dai box.
Purgatorio
Il 2014 si apre sotto nuove prospettive: passa a correre presso il team NGM Forward sulla Yamaha M1 Open. Questa specifica prevede: una moto dell’anno precedente (che con Jorge Lorenzo ha sfiorato il mondiale); 24 litri di serbatoio (in luogo dei 20 di cui dispongono gli altri); possibilità di utilizzare 12 motori a stagione. In più, anche il fratello Pol è salito in MotoGP sulla M1 del team Tech3. La Yamaha è ben più equilibrata e completa ed i risultati gli daranno ragione: 2 quarti posti in Qatar ed Olanda ed una piazza d’onore ad Aragon. Chiuderà 7° la stagione.

L’anno successivo arriverà nel team ufficiale Suzuki Ecstar. La GSX-RR non è la più veloce, ma il suo telaio e faceva (e fa tuttora) invidia ai suoi avversari. Nel GP di Catalogna, partirà dalla Pole. L’anno successivo, rimasto nello stesso team, non vivrà una stagione esaltante (al contrario del suo team mate, Maverick Vinales). Unico episodio degno di nota è lo scambio di opinioni con Valentino Rossi nel GP di Misano.
Dal 2017 passerà in Aprilia, dove troverà sia gioie che dolori: il fermo supporto di un team ufficiale dove, essendo la costante, dirigerà lo sviluppo; una RS-GP economicamente sostenuta con le ceneri del progetto SBK, tutta da sviluppare.
Buon Compleanno Aleix Espargaro
Allo spegnimento delle 31 candeline, Aleix Espargaro arriva con un team ufficiale alle spalle ed una voglia di MotoGP che resiste alle lusinghe della SBK. I freni in carbonio, l’esclusività di gareggiare su un prototipo e quell’aura di inesplorato sono un paradiso nel quale rimane stoicamente. Quindi, Buon Compleanno Aleix Espargaro. Che la forza sia con te!
