KTM è tornata in MotoGP nel 2017. Come previsto, l’inizio è stato difficile: la RC16 presentava numerosi difetti di gioventù ed i risultati erano abbastanza deludenti. A fine 2018, però, Dani Pedrosa annuncia il suo ritiro dalle competizioni, dopo 18 anni di carriera, durante i quali ha collaborato esclusivamente con Honda. I Top Riders cercano spesso di ammortizzare l’horror vacui del ritiro con ruoli paralleli. Dani Pedrosa diventa collaudatore, ma non per Honda, con la quale vanta un sodalizio ventennale, bensì per KTM. Scelta giusta?
Curriculum Vitae
Scelta logica, stando al suo palmares. Nel 2003, Dani è Campione del Mondo della 125; nel 2004, il catalano continua la sua leadership in 250, ripetendosi nel 2005. Debutta in MotoGP nel 2006, con il team Repsol Honda, giungendo 2° nel GP inaugurale di Jerez. Durante l’anno otterrà 2 vittorie. Negli anni successivi è spesso in lizza per il titolo: nei 13 anni di MotoGP vincerà oltre 30 gare, ma alcuni errori ed alcune cadute nei momenti topici (nelle quali contrarrà gravosi infortuni) gli impediscono di vincere il tanto agognato titolo mondiale.
Molti attribuiscono la sua velocità al suo fisico minuto ed esile (Pedrosa è alto 1.58 m), ignorando: quanto poco influisca il peso su una MotoGP da 260 cv; quanto un fisico così modesto sia esposto al rischio di infortuni e in difficoltà nel guidare una MotoGP; quanto, infine, la sua velocità provenga da uno stile di guida a suo tempo innovativo. Per contrastare le forti sollecitazioni di una MotoGP, Dani protende molto il busto verso l’interno della curva: questo gli permette di chiudere più facilmente le curve, accelerando rapidamente in uscita di curva.
Ringraziamenti finali
Nonostante il suo invidiabile Curriculum Vitae, molti lo hanno sempre estromesso dai pronostici iridati. Vi riportiamo quanto affermato dai suoi colleghi.
VALENTINO ROSSI:
“Dani è stato un grande avversario. La MotoGP gli deve almeno un titolo mondiale.”
CASEY STONER:
“Guidare una MotoGP con il fisico di Dani è molto difficile. Alcuni giri veloci in gara, non ho idea di come abbia potuto farli (Dani e Casey sono stati compagni di squadra nel 2011 e 2012).”
MARC MARQUEZ:
“Quando sono arrivato in MotoGP, guidavo la RC213V come una Moto2. Mi sono ispirato a Dani ed è grazie a lui se oggi guido così.”
Detto da 3 mostri sacri del motociclismo, abbiamo tutti i motivi per crederci.
Dani Pedrosa Collaudatore KTM. Scelta vincente?
Molti altri lo ritenevano inadeguato al ruolo di collaudatore. Il suo fisico ed il suo stile di guida morbido non produrrebbero forze abbastanza torcenti: le risposte meccaniche non sarebbero veritiere. Eppure Dani Pedrosa è stato un ottimo collaudatore per KTM. Nel 2019, il mezzo è migliorato molto.
La sfiorata pole position di Pol Espargaro a Misano, ne è la conferma. Nei test per il 2020, poi, Camomillo è stato un ottimo passista per testare le novità sul lungo periodo, quanto veloce sul giro secco: a Sepang ha girato in 1:58.662″, a un decimo da Quartararo e 3 dal record della pista.Il merito dei progressi va chiaramente attribuito al reparto corse della casa austriaca che lavora giorno e notte. Avere un polso ancora veloce ed entusiasta aiuta ad ottimizzare il lavoro nel Backstage.
Alcuni ricordano che i suoi risultati in carriera dipendono dal solido appoggio di HRC (e dal suo main sponsor Repsol). Vero, e questo ci ricorda che la velocità in pista deve alternarsi al contegno fuori. Se Dani è mediaticamente trasparente, in sella lo hanno riconosciuto e rimpianto in molti.