L’aneddoto che stiamo per raccontarvi, riguarda di riflesso il mondo del motociclismo: è il racconto del Dottor Claudio Costa su Jarno Saarinen.
Presentazioni
Dottor Claudio Costa: Romagnolo di Imola, Classe 1941, è ufficialmente “il medico dei dottori”. Nel 1972 creò la Clinica Mobile, che seguì attivamente per 40 anni sulle piste di tutto il mondo. E’ altresì definito il medico dell’anima: antepone la guarigione di quest’ultima in ogni pilota dopo ogni incidente. Nel 1992 curò Mick Doohan dopo il terribile incidente di Assen. Si temé per la sua carriera: dal 1994 al 1998 vinse 5 titoli mondiali consecutivi nella Classe 500.
Jarno Saarinen: Finlandese di Turku, Classe 1945. Alla passione per le moto che soddisfa con gare d’interesse nazionale, alterna gli studi di ingegneria. Una volta conseguita la laurea, si concentra sulle corse e nel 1968 debutta nel Mondiale 125. Negli anni si afferma nelle classi 250 e 500 del mondiale. Tra l’altro, molti trofei dedicati a queste classi sono organizzate da Checco Costa, papà di Claudio.
Detto ciò, procediamo.
Maggio ’73
L’episodio che stiamo per raccontarvi coinvolge queste 2 persone e risale al 20 Maggio 1973. Era il motociclismo di Giacomo Agostini; dei piloti-meccanici che infilavano i guanti con le mani unte di grasso ed olio; del “ditino sulla frizione” per fronteggiare i grippaggi dei motori a 2 tempi; dei freni a tamburo e delle gomme fine. Le vie di fuga terminavano nelle balle di paglia.
Di questo si preoccupò Jarno Saarinen, riabilitato di fresco dal Dottor Costa e pronto a scendere sulla pista di Monza per la gara del Mondiale 250. Il Medico, nel suo libro Magic Marquez, racconta il dialogo surreale col pilota finlandese prima della gara.
CLAUDIO COSTA:
“Jarno mi chiese se i commissari avessero sistemato a dovere le balle di paglia al Curvone. Mi rassicurò, dicendomi che in caso di caduta non avrei dovuto raccoglierlo. Ebbi il triste presagio che qualcosa si stesse insinuando tra noi. Salutandolo, lo sentii già morto.”
La signora vestita di nero
Il Curvone, come suggerisce il nome stesso, è una velocissima curva a destra. Le 250 lo affrontavano a gas pieno e la posizione di guida molto più raccolta di oggi (ancora non si usava il “ginocchio a terra”) portava ad angoli di piega reale molto elevati.


Jarno partì e poco dopo Renzo Pasolini grippò al Curvone. Data la forte velocità dell’impatto, si schiantò contro le barriere. Fu l’ultimo incidente della sua vita. Il grippaggio, sparse olio in pista, sul quale scivolò anche Jarno Saarinen (e non fu il solo). Neanche per lui ci fu nulla da fare in quel tragico weekend nel bosco brianzolo. La profezia del Dottor Costa si era tristemente materializzata.
Claudio Costa è solito raccontare ogni aneddoto con una narrativa epica, mitologica, omerica. Negli anni, ribattezzerà la morte come “la signora vestita di nero”. Una signora con cui egli ebbe a che fare diverse volte nella vita. Aiutò i piloti a non vederlo come un ostacolo da evitare, quanto l’ennesimo avversario da tallonare.