Una Ducati 996, è stata recentemente protagonista di una vendita con truffa, suo malgrado. Il venditore ha incassato i soldi per poi dileguarsi nel nulla. Come è potuto accadere?
La truffa della Ducati 996
L’annuncio di vendita di una Ducati 996 a Roma ha incuriosito un interessato acquirente. Lo sappiamo: le moto di Borgo Panigale (BO) dotate di telaio a traliccio sono sempre state oggetti del desiderio. Il goloso acquirente ha inviato i soldi dell’acquisto (non sappiamo se tutti insieme o a tranche). I 2 hanno proceduto al passaggio di proprietà, ma al momento di concordare la data di consegna, il venditore è sparito.
Sparito nel nulla: nessuna traccia, nessuna spiegazione. E la moto a chi sarebbe andata? Dopo, per giunta, esser stata intestata ad un altro che non fosse il precedente proprietario. Quanto allo sventurato acquirente non è rimasto granché da fare: denunciare il truffatore, consegnarsi alle bibliche tempistiche della magistratura e, nel frattempo, riflettere sulla sua ingenuità.
Dopo ogni errore…
…il somaro divenne dottore. Così recita la saggezza popolare in merito alle riflessioni postume. Il punto è che, cari lettori, non bisogna firmare alcun passaggio di proprietà previo passaggio del mezzo. Di contro, non si da alcun mezzo prima dei soldi. Per così dire, si fa tutto insieme.
Nella mia storia motociclistica, ho ricevuto proposte di dubbia identità d’ogni tipo: gente che non sarebbe potuta venire a vedere la moto e aveva chiesto di spedirla previo il pagamento di una piccola percentuale del prezzo; gente che non faceva provare la propria moto (altra condicio sine qua non: le moto si provano prima!); gente che, dopo l’acquisto si è lamentata di questo e di quello. Altra cosa: le moto si provano prima e, da venditori, si fa firmare un certificato di “visto e piaciuto” che vi renda inappellabili post-vendita.
In buona sostanza, lungi da noi sciorinare consigli commerciali, semplicemente condividiamo ciò che l’esperienza e i nostri errori ci hanno insegnato sul campo.