Da alcuni anni, il regolamento della Superbike prevede un limite di giri motore in ogni moto. Il limitatore è posto entro e non oltre 1100 giri dopo il regime in cui la versione stradale esprime la sua potenza massima. Ad esempio, la Ducati Panigale V4 stradale, registrava la sua potenza massima a 15.250 giri/min: la versione Superbike poneva il suo limitatore a 16.350 giri. Tale regola va integrata con una postilla: durante la stagione, in base ad un algoritmo che include il numero di gare vinte, i distacchi cronometrici in gara e le velocità massime, il motore più vincente potrà essere ”evirato” di 250 giri. Ma cosa significa tutto ciò, all’atto pratico?
Svantaggi presunti…
Anticipare o posticipare il limitatore di giri di un motore in Superbike, significa rispettivamente aumentare o togliere potenza. Ne consegue che il mezzo, sarà motoristicamente meno performante. A questo dato di fatto, bisogna aggiungere molti effetti collaterali: abbassare la velocità di rotazione di un motore, lo rende più affidabile. Eliminare qualche cavallo in alto equivale ad appiattire l’erogazione, rendendo la moto più guidabile (ricordiamo che si corre anche sul bagnato). Inoltre, sui rettilinei non si aspetta certamente il limitatore per cambiare marcia, dal momento che la potenza massima è posta circa 1000 giri prima di esso. Su molti tracciati, le Superbike non riescono a scaricare a terra tutti i loro cavalli, quindi una perdita di potenza marginale non inficia sulla resa in gara.
…e reali.
Ma allora dov’è il problema? spostare un limitatore di giri, come qualsiasi parametro, destabilizza i riferimenti con i quali ogni pilota si adatta ad un circuito. Soprattutto, in caso di curve ravvicinate, è più produttivo tenere una marcia in meno anziché salire e scalare di marcia in poco spazio. Meccanica, fisico e cronometro non ringraziano. Questo problema lo ha evidenziato da Marco Melandri nel 2018: Macho guidava la Panigale 1199R, il cui frazionamento bicilindrico comprimeva molto l’arco di utilizzo.
Limitazione equa dei giri motore in Superbike?
L’intento è quello di aumentare lo spettacolo e ridurre la distanze tecniche. Tuttavia, Jonathan Rea ci ha vinto ugualmente 2 campionati mondiali. Alvaro Bautista ha perso 250 giri, dopo le sue 9 vittorie consecutive ad inizio stagione, ma i suoi errori non sono riconducibili ad un gap di potenza (sono in buona parte cadute di anteriore). Al di la del risultato finale, la limitazione dei giri motore in Superbike è iniqua. Che senso ha applicare a motori frazionati diversamente le stesse limitazioni? E’ una limitazione all’estro, alla creatività degli ingegneri e al duro lavoro del reparto corse. Anche il messaggio è anti-meritocratico.
Vero anche che noi appassionati siamo incontentabili: vogliamo gare spettacolari, campionati combattuti, uguaglianza tecnica ed equità regolamentare. Non si possono massimizzare questi 4 fattori contemporaneamente, per cui godiamoci le gare.
Giri motore delle moto in Superbike 2020