Il CEO di Harley-Davidson prevede per la casa di Milwaukee un futuro integralmente elettrico. Come mai un cambio così radicale?
Elettrico chiama e Harley-Davidson risponde
In una recente intervista, il CEO della casa americana Jochen Zeitz è stato chiaro e conciso. Ferme restando le novità a motore endotermico, Harley progetta un futuro elettrico per le sue creature. Un cambiamento frutto dall’andamento del mercato ed una rinnovata voglia di seguirlo da parte della casa. Pur facendolo in maniera originale, si capisce.
Jochen Zeitz, CEO di Harley-Davidson:
“Se guardate gli ultimi 120 anni di storia, la società si è evoluta costantemente. Non si è mai adagiata. Ora stiamo ricalcando quanto fatto al tempo dai fondatori: tentiamo di creare qualcosa di nuovo. Dobbiamo abbracciare un cambiamento ormai necessario”.
Dopotutto, la frase “O ti formi o ti fermi” non è un semplice massima motivazionale per corsi di auto-potenziamento. E’ una regola del mercato che bisogna accettare a priori. Premesso tutto questo, siamo sicuri che questa strada sia sana per la casa americana? Non tanto per il profitto, quanto per i suoi valori aziendali? Gli utenti più affezionati potrebbero non capire: il che significa commercialmente “non condividere”.
Cosa rimane di noi?
Per definizione, le Harley Davidson sono moto sui generis. Il cantautore pavese Max Pezzali, che pure ne è un fan e possessore (al punto di denominare “883” la band che lo consacrò al successo), le definisce “locomotive sbuffanti”. Una maniera ironica per definire lo spirito di Harley-Davidson: moto con le quali viaggiare senza ed emettendo un rumore caratteristico.
Non solo, la modesta carenatura delle custom espone la composizione meccanica e, con essa, l’incredibile varietà di customizzazioni che vi si possono apportare. Qualora Harley-Davidson riuscisse a portare questa personalità nell’elettrico, inventando di sana pianta nuove personalizzazioni si troverà davanti all’ennesimo successo della sua storia vincente.