L’aneddoto di cui vogliamo parlare oggi riguarda Andrea Iannone ed Andrea Dovizioso durante il GP d’Argentina 2016. Un sorpasso chiave per la stagione in corso e non solo.
Separati alla nascita
Andrea Dovizioso ed Andrea Iannone sono gemelli separati alla nascita. Entrambi molto forti in moto (si dimostri il contrario), hanno una visione del loro mestiere totalmente opposta. Andrea Dovizioso: romagnolo di Forlì, classe 1986, sin dalle minimoto è un bambino introverso (nonché un adulto poco mediatico in futuro) e caratterizzato da una perenne ossessione per i dettagli; il suo imprinting dimesso richiama più quello di un catechista che non di un pilota. Andrea Iannone: abruzzese di Vasto (CH) nato nel 1989 che spesso ha corso in team di famiglia, molto abile nel self marketing e nel guidare sopra ai problemi, anteponendo il cuore al polso; look alla Fabrizio Corona ed outifit di ultimo grido.
Puzzle
Dopo crescite differenti, in epoche diverse, i 2 si ritrovano nel 2015 nel team Factory Ducati. Gigi Dall’Igna ha pronta per loro la Desmosedici GP15 che, a quanto si dice, risolverebbe l’annoso problema del sottosterzo (chiedere a Valentino Rossi, per conferma). Come nella SIT (Social Identity Theory) di Tajfel, i 2 Andrea dovrebbero cooperare verso un fine comune: la vittoria. Mettendo da parte la loro insofferenza reciproca. Dovrebbero.
Una sella per 2
A fine 2015, Dovizioso è spaesato: i suoi risultati sono ben al di sotto delle aspettative. Iannone metterà insieme una stagione di tutto rispetto. La sua irruenza e determinazione lo portano lontano. Lontano dal Mar Adriatico che gli diede i natali, avvicinandolo agli uffici importanti di Borgo Panigale. Dove qualcuno avrebbe già firmato un biennale con Jorge Lorenzo per il 2017 e 2018. Non potendo allestire una 3° moto, Ducati deve scegliere.
Dei 2, l’uno
Il manager di Andrea Dovizioso, Simone Battistella, viene convocato dai dirigenti Ducati. La vittima sacrificale di questo cambiamento è proprio il forlivese. Andrea Iannone porta in azienda un maggior ritorno mediatico e migliori risultati. Avere poi nel team un grande collaudatore come il Dovi è fuorviante ai fini di un Lorenzo altrettanto esigente che, in teoria, verrà per vincere.
Iannone e Dovizioso in Argentina nel 2016
La stagione inizia con in Qatar con: un 2° posto per Dovizioso ed una caduta per Iannone nei primi giri di gara. I 2 si ritrovano in Argentina per il GP di Rio Hondo. La pioggia domina la gara, con Marc Marquez che scappa e vince. I 2 Andrea lottano alacremente per il 2° posto: Dovi è 2°, Iannone 3°. Un ordine di arrivo che garantisce al forlivese la testa del campionato. Ma c’è ancora una curva, prima che lo scenario si realizzi. Un curvino da 2° marcia, stretta. Secca.
Fight or flight
Lotta o scappa. All’ultima curva, Andrea Iannone azzarda una staccata estrema su Dovizioso. Il granitico anteriore della sua Desmosedici si carica sotto la pressione dei freni. Si carica, si carica ancora. Purtroppo perde aderenza, scaricando Andrea sull’asfalto. Quale Andrea? Tutti e 2: non c’è abbastanza spazio affinché Iannone vada semplicemente largo e il Dovi lo sfili incurante.
Cuore desmodromico
Una volta a terra, Andrea Dovizioso compie uno dei gesti più plateali ai fini del suo futuro. Liquida il compagno di squadra con un alzata di pollice. Quindi raccoglie la sua Ducati Desmosedici per spingerla fino al tragurdo a piedi. Con addosso il peso dell’abbigliamento tecnico (tuta, casco, stivali, guanti, paradenti, pettorina, paraschiena etc.) e di 40 minuti in gara sotto la pioggia. Ma di fronte al cuore, non c’è cinematica che tenga. Alla fine, moto e pilota tagliano il traguardo in 13° posizione, portando a casa quei 4 punticini che, a fine campionato, potrebbero rivelarsi provvidenziale.

Ultimatum
Chiaro che Andrea Iannone abbia compromesso le sue chance di restare a Borgo Panigale (tra i 36 punti che avrebbero potuto raccogliere e i 3 che hanno effettivamente raccolto, la perdita è stata consistente). Ducati mette comunque sul piatto dell’abruzzese un contratto da 1,5 milioni di euro. Uno stipendio interessante, considerando la moto in crescita e i potenziali bonus vittoria che potrebbero derivarne. Ed è qui che Iannone compirà l’ennesimo errore.
Volevi solo soldi?
Si presenterà all’ultimo appuntamento con suo padre Regalino, senza il manager Carlo Pernat. E dopo aver letto la proposta Ducati, la rifiuterà bellamente: in Suzuki, Davide Brivio gli offre 3 milioni ed è lì che andrà. Dovizioso nel 2017 dovrebbe essere il compagno ideale di Jorge Lorenzo, chiamato apposta per vincere.
Bonus Track
Nel 2017, Andrea Dovizioso resterà in Ducati per uno stipendio di circa 730.000 euro (Jorge Lorenzo guadagnò 25 milioni in 2 anni). Ma le sue 6 vittorie gli frutteranno un bonus di 1,2 milioni di euro da sommare ad altri 500.000 euro per aver raggiunto il 2° posto finale in classifica. Quanto accaduto tra Dovizioso e Iannone nel 2016 in Argentina è solo l’icona più fedele di quanto, in certe situazioni, la ragione vinca sull’istinto.
