Orfano di Suzuki, nel 2023 Joan Mir correrà nel team Repsol Honda. Provando la moto nei test di Valencia avrà tratto delle prime conclusioni. Noi anche, vedendo una foto comparativa.
Joan Mir in Honda
L’addio di Suzuki al mondo del racing ha obbligato Alex Rins ed il Campione del Mondo MotoGP 2020 a cercarsi una sella per il 2023. Mentre il 1° ha trovato asilo nel team Honda LCR di Lucio Cecchinello, il 2° andrà nel team ufficiale con Marc Marquez. Non dovrà solo guidare la moto ma anche svilupparla. Che impressione gli avrà fatto la RC213V-S nei test di Valencia?
Mani avanti: si tratta di una semplice foto, scattata in un semplice test quindi prendete le seguenti deduzioni con beneficio di inventario. E nel contempo, pensateci.

Before and after
Nella foto inferiore vedete Joan Mir con la sua Suzuki GSX-RR. Una moto che gli garantiva un feeling immediato: motore docile, ciclistica agile ed il suo stile di guida ben bilanciato fra pulizia e grinta. Tale era la precisione del pacchetto in inserimento e centro curva che il maiorchino poteva concentrarsi sull’uscita della curva. Lo vediamo infatti con il busto proiettato in avanti per “cercare il rettilineo”.
Nella foto superiore lo vediamo sulla Honda: la postura delle gambe è simile alla foto con la Suzuki, segno di un’ergonomia già pronta per la sua corporatura. Da lì in su, la posizione cambia. Il sedere è sensibilmente più esposto e, parimenti, il busto rientra nel cupolino. Ovviamente, trattasi di cambiamenti microscopici, molto importanti però nell’ottica certosina della MotoGP.

Fuori di qui!
Una posizione più avvitata sulla Honda, quindi. Abitudine che un amatore assume ogniqualvolta la moto, l’asfalto, la pista o il contesto non gli danno fiducia al 100%. Discorso che torna se pensiamo alle caratteristiche di Honda: molto corta di interasse, è estremamente nervosa sia di ciclistica che di motore. Il cambio di direzione è anche rapido, ma a centro curva non si è altrettanto efficaci che con altre moto meno “sterzanti”. E quando si riprende il gas in mano, il posteriore costringe l’elettronica a lavorare.
Questo perché Marc Marquez ha uno stile di guida che non tollera il sottosterzo. Joan Mir ci si dovrà adeguare quanto prima onde evitare un “Jorge Lorenzo 2019 – PT 2”