Giovedì 14 Novembre 2019, Circuito “Ricardo Tormo”. Jorge Lorenzo “Guerrero” annuncia alle ore 15:00 il suo ritiro dalle competizioni, in una conferenza stampa convocata ad hoc. Il Motomondiale perde uno dei suoi più grandi interpreti: un pilota che negli ultimi 18 anni ha corso e vinto sulle piste di tutto il mondo; il più veloce fan di Max Biaggi; molto attivo sui Social Network; grande fautore della preparazione fisica.
Le origini
Jorge Lorenzo “Guerrero” nasce a Palma de Mallorca il 4 Maggio 1987. Suo padre Chicho è un grande appassionato di motociclismo e sin dalla tenera età lo sottopone ad estenuanti sessioni di allenamento. Si gettano le basi di un rapporto tutt’ora altalenante; quando i suoi genitori si separeranno, Jorge sceglierà di vivere con il “padre padrone”. Una scelta che privilegia la carriera agonistica e che contribuirà a costruire il suo attuale approccio alle corse: metodico, minuzioso, analitico.
Negli anni, Jorge partecipa a diverse competizioni (ricordiamo la “Copa Aprilia” 50 e 125cc ed alcune wild card nel Campionato Italiano 125, dove conoscerà Andrea Dovizioso).
Le prime vittorie di Jorge Lorenzo Guerrero
Nel 2002 approda nel Motomondiale 125cc in sella ad una Derbi nel GP di Jerez de la Frontera, in cui vi resterà anche nel 2003 e 2004. Per guidare una 125GP, però, il regolamento impone il raggiungimento dei 15 anni di età: Jorge lì compirà il sabato e solo allora potrà prendere parte ad FP e Qualifiche. Una stagione di rodaggio, a cui segue la 1° Vittoria in carriera nel 2003 in Brasile, sul circuito di Jacarapaguà. L’anno successivo, consegue 3 vittorie sui circuiti di Assen, Brno e Losail. Una vittoria, quest’ultima, di difficile assegnazione: Lorenzo e Dovizioso (quest’ultimo poi vincitore del Mondiale 125) arrivano al traguardo talmente affiancati da rendere impossibile decretare il vincitore anche per il Fotofinish. Verrà assegnata la vittoria al maiorchino, in virtù del giro più veloce in gara.
Gli anni nella Classe 250
In questi anni si delinea il carattere del giovane Lorenzo: chirurgico, aggressivo e deciso in pista; introverso, stacanovista e determinato, fuori. Nel 2005 passa in 250, ottenendo 6 podi. Nel 2006 e 2007 vincerà 2 Mondiali in questa classe, guadagnando tali soprannomi: “Por Fuera”, per via delle sue profonde staccate ed elevate velocità di percorrenza con cui supera molti avversari all’esterno; “Martillo y Mantequilla” per via della sua guida decisa e “burrosa” al tempo stesso.
Jorge Lorenzo in MotoGP
Nell’autunno del 2007, si annuncia il passaggio di Jorge Lorenzo “Guerrero” in MotoGP, nel team Factory Yamaha, con il capotecnico Ramon Forcada (che oggi collabora con Franco Morbidelli) al fianco di Valentino Rossi. Il Dottore non ne è affatto entusiasta e fa innalzare da subito un muro nel box. Da segnalare che la Yamaha del Maiorchino era gommata Michelin, in luogo delle Bridgestone su quella di Valentino. Alla gara d’esordio in Qatar, Lorenzo parte dalla Pole Position ed arriva 2°; chiude 3° a Jerez; la 3° gara della stagione, sul circuito di Estoril (Portogallo) sarà la sua 1° vittoria nella Classe Regina. Un inizio raggiante in MotoGP, al quale seguono errori, cadute (tanto da indurre Lorenzo a valutare un ritiro…) e risultati pessimi.
Il 1° Mondiale in MotoGp
Il 2009 vede la sua crescita costante e nonostante Rossi vinca il suo 9° Titolo Mondiale, è Jorge la rivelazione dell’anno. Nel 2010, il talento di Lorenzo è maturo: il mondiale è alla sua portata. Inizia fortissimo senza strafare e durante le Prove Libere del GP del Mugello, Valentino Rossi (suo unico potenziale rivale) cade alle Biondetti rompendosi una gamba e rimarrà lontano dalle gare. Per Lorenzo è un assist clamoroso: nelle gare successive alternerà vittorie in solitaria a preziosi podi, che lo porteranno a vincere il suo 3° titolo Mondiale. Si ripete nel 2012, anno in cui la cilindrata delle MotoGP verrà innalzata da 800 a 1000cc, battendo il ritirando Stoner. Al suo posto arriverà in HRC il 19enne Marc Marquez, con 2 titoli Mondiali all’attivo.
Che duelli con Marquez!
Marquez in MotoGP va subito fortissimo ma Lorenzo è davvero spietato: si prospetta una stagione 2013 al vetriolo. Nel frattempo, dopo una improduttiva esperienza in Ducati, Valentino Rossi torna in Yamaha, al fianco di Jorge e l’insofferenza del triennio 2008-2010 sembra acqua passata. Alla chirurgia di Lorenzo, si contrappone la sregolatezza di Marquez. Durante le FP bagnate del GP di Assen, Jorge cade e si rompe la clavicola ed è qui che il suo rinomato metodo, si coniuga alla velocità: da Assen, Jorge vola a Barcellona per operarsi; il giorno dopo gareggia ed arriverà 5°. Chapeau! Nonostante le 8 vittorie di Lorenzo, il mondiale andrà a Marquez, vincitore di 6 gare ma più abile nel raccogliere punti importanti. Idem per il 2014, in cui 13 GP su 18, porteranno la firma del pilota Catalano.
il 5° Mondiale di Jorge Lorenzo
Nel 2015 ci sono 3 pretendenti al titolo Mondiale: Marquez sembra inarrestabile; Rossi sembra amalgamato con la sua Yamaha M1 come e più che ai tempi d’oro; Lorenzo vuole dimostrare a tutti che quelli del 2010 e 2012 non siano stati “Mondiali ospedalieri”.
Quì si conferma un tratto onnipresente nella carriera di Jorge: quando trova la necessaria fiducia nel mezzo, il maiorchino guida con grande pulizia, precisione e scorrevolezza (si fa fatica ad inviduare visivamente la sua staccata, tanto sono armonici i suoi movimenti), con tempi fotocopia per la maggior parte della gara ed angoli di piega reale irreplicabili per chiunque; paradossalmente, quando non riesce a trovare un setup soddisfacente, è molto più aggressivo, pur finendo nelle retrovie. Nonostante Vale e Jorge si giochino il mondiale per un’inezia, tutto fila liscio sino al GP di Sepang: in Conferenza Stampa, Rossi accusa Marquez di favoreggiare Lorenzo nella lotta al titolo (cosa che non trova riscontro tutt’ora). Ne esce fuori una gara surreale, che vede Rossi e Marquez battagliare curva dopo curva fino alla caduta del Catalano, in seguito ad un contatto con il pesarese. Nella gara di Valencia, Rossi scatterà dall’ultima casella; Lorenzo dalla Pole position, vincerà gara e Mondiale.
Biennio Ducati
L’atmosfera piuttosto rarefatta nel box Yamaha (nel 2016 Vale e Jorge si rivolgono a malapena la parola), porta Jorge Lorenzo a firmare con Ducati per il biennio 2017-2018. L’obiettivo è quello di rendere la nervosa e fisica Desmosedici più guidabile per tutti. Dopo 9 anni consecutivi con la docile Yamaha, andare forte con la Rossa significa decostruire molti comfort del passato. Ci vorrà del tempo. Ci vorrà tutto il 2017, in cui Lorenzo arriverà sistematicamente alle spalle di Andrea Dovizioso e parte del 2018. Ormai la Ducati è globalmente la moto più competitiva: storicamente potente e velocissima sul rettilineo, diventa molto più guidabile nei tratti tortuosi. Ma il feeling con la Desmosedici cresce assieme alle polemiche con i vertici di Borgo Panigale: Gigi Dall’Igna lo vorrebbe nel box, Claudio Domenicali, meno.
Lorenzo vince al Mugello, Montmelò e Zeltweg ma da “separato in casa”: ha già firmato un contratto biennale con HRC, al fianco di Marc Marquez.
Epilogo in Honda
Se l’approccio con Ducati è stato in salita, con Honda è andata anche peggio. La RC213V 2019 è stata cucita sulla guida di Marquez, diametralmente opposta a quella di Lorenzo. Durante la stagione, il maiorchino non ha mai avuto fiducia sulla ruota anteriore (la sensazione più spiacevole per un pilota di Velocità) ed i suoi risultati ne sono la prova: una serie di piazzamenti anonimi, con l’apice di un 11° posto a Le Mans, in seguito a 5 ritiri; il tutto con distacchi biblici dai primi. L’infortunio contratto a fine 2018 non è stato provvidenziale, di certo. Giovedì 14 Novembre 2019, Lorenzo convoca una conferenza stampa straordinaria, insieme al CEO Dorna, Carmelo Ezpeleta. A fine 2019 si ritirerà;
295 gare; 152 podi; 69 pole position; 68 vittorie: ultima riprova di quanto preparasse la gara sin dalle prove.