Nel corso dell’anno si sono diffuse notizie, ipotesi e pettegolezzi puntualmente smentiti, che vedevano Jorge Lorenzo chiudere la sua carriera a fine 2019. Oggi alle 15:00, durante una Conferenza Stampa appositamente convocata, la notizia ufficiale. Jorge Lorenzo si ritira ufficialmente dalla MotoGP:
“Dopo la gara di Valencia, mi ritirerò dalle corse. Mi sono dedicato alle moto per 30 anni. Sono un perfezionista: i miei collaboratori lo sanno bene. Dopo 9 anni in Yamaha, probabilmente i più belli della mia carriera, ho avuto voglia di un cambiare ed ho scelto di passare in Ducati. E’ stata una grande motivazione, anche se i risultati non sono stati buoni. Ho iniziato a vedere uno spiraglio ma poi ho avuto un brutto incidente al Montmelò (in una gara in cui sembrava aver recuperato il suo vecchio smalto,NDA), seguito da quello di Assen. Mentre stavo rotolando ho pensato se valesse la pena continuare a soffrire. Ma poi, tornato a casa, volevo riprovarci e ho continuato. Da quel momento la salita è diventata troppo ripida. La vita non è solo correre in moto. Non so ancora cosa farò, deciderò dopo l’estate.”
In Yamaha gli anni migliori
A fine 2007, dopo 2 titoli Mondiali nella Classe 250, Jorge Lorenzo approda in Yamaha, al fianco di Valentino Rossi. Sin da subito appare veloce sulla moto di Iwata, tanto che nel GP d’esordio del 2008 in Qatar conquisterà la Pole Position e chiuderà 2°. Da lì, pur con qualche errore di valutazione, la sua ascesa è costante e consistente: 2° posto iridato a fine 2009; Campione del Mondo nel 2010, 2012 e 2015, a cui si aggiunge un titolo sfiorato nel 2013. Quì si delineava il suo approccio alle gare metodico e perfezionista: velocissimo, amante delle vittorie in solitaria, non disdegnava bagarre, quando aveva il giusto feeling; senza di esso, conduceva gare incolore, battuto da avversari e mezzi che abitualmente non incontrava neppure nel paddock.
Dopo tante difficoltà, Jorge Lorenzo si ritira
Le ultime stagioni agonistiche non sono state facili per Jorge Lorenzo: un 5° titolo Mondiale vinto a fine 2015 tra molte polemiche; un 2016 altalenante in Yamaha, con molti acuti; un biennio di faticoso adattamento in Ducati; quindi l’approdo in HRC nel 2019. Con la Honda, il maiorchino ha contratto numerose cadute ed appena 25 punti in 18 gare. Il muro più insormontabile è stato un difficile (e non ancora riuscito) adattamento alla peculiare Honda RC213V. Una moto sviluppata sulle esigenze di Marc Marquez, con cui Lorenzo non è mai apparso in sintonia: impreciso nell’inserimento in curva, lento in percorrenza di curva e legnoso nei cambi di direzione. Se a ciò sommiamo i numerosi infortuni in carriera, capiamo quanto la sua decisione sia razionale. Cala così il sipario sulla carriera di un pilota stacanovista, introverso e controverso. Di sicuro, un Campione velocissimo. Speriamo sia solo un “Arrivederci”.