Kawasaki presenta una H2 sovralimentata ad idrogeno: il suo nome è HySE. Per ora, non traspare che qualche semplice indiscrezione. Per ora!
Una Kawasaki H2 a idrogeno
Il logo HySE è stato registrato come marchio relativo a prodotti non alimentati a combustione termica. Non essendo un motore elettrico, già si deduce la connessione con l’idrogeno. Mettiamoci poi il sostantivo Hydrogen e il gioco è fatto. Ora, la domanda è: dove porre l’idrogeno?
Nelle valigie! Come vedete dalla foto a fine capoverso, i valigioni laterali normalmente utilizzati come bagagliai accolgono le bombole di idrogeno. Concentrandovi sulla funzionalità del prodotto, non vi soffermerete sulla somiglianza con le borracce da ciclista. Anche perché l’evoluzione ci insegna che i mezzi devono essere funzionali, ancor prima che belli.

E se si come?
Insomma, una volta appurato che i motori ad idrogeno funzionino, ci curiamo di scoprire come. I motori a idrogeno chiedono più aria nei cilindri rispetto agli endotermici: questo significa sprecare e dissipare meno “carburante”. Resta poi il vantaggio del peso, apprezzabilmente inferiore rispetto ai mezzi a benzina. Su mezzi che del dinamismo fanno il loro pane, come le moto, risparmiare anche quel 5% di peso può aiutare notevolmente.
Una scelta coraggiosa quella di Kawasaki, dal momento che i suoi principali competitor si stanno specializzando su altre soluzioni: biocarburanti, elettrico etc. E in questo non possiamo citare il filosofo Francis Bacon e una sua massima:
“La verità è figlia del tempo”
L’unione fa la forza
Ciò non significa che la casa di Akashi non abbia validi aiuti dal resto del mercato. Attingendo anche al mondo delle 4 ruote, sappiamo che stanno guardando con piacere all’idrogeno le seguenti case: Toyota, Subaru, Mazda e Yamaha. Tutte case accomunate: prima da una mentalità avanguardista; poi da un cartello nei confronti del mercato.
Gli avversari non vanno temuti, ma sfruttati!