Kawasaki aggiorna le sue piccole 400: la naked Z e la supersport Ninja. Qualche ritocchino informale, giusto per non mancare di stile.
Kawasaki Z 400 che si ispira alla Ninja
Che le Z Series di Akashi fossero delle sportive che non ci hanno creduto abbastanza, è cosa nota. Sportive nell’aspetto estetico, nella cattiveria, nel carattere che evidenziano rispetto alla pur rispettabilissima concorrenza. Telaio a traliccio che da alla piccola nuda giapponese quell’ancoraggio italico tanto caro ai centauri nostrani.

Frizione anti-saltellamento che a scendere dai passi di montagna vi farà impostare dei tornanti in maniera più pulita. Sella ERGO-fit per trasformare qualsiasi trasferta in una seduta piacevole e rilassante.
Supersport
Prendete quanto appena detto ed incastonatelo in un involucro sportivo qual è quello della Ninja 400. Una vera supersportiva in piena regola, che già nella sua configurazione originale può farvi divertire nel misto e nelle piste più tortuose (Castelletto, Ottobiano, Pomposa, Magione, Sagittario, Ortona, Binetto etc.).

Non per nulla è la regina del WorldSSP 300. 300 con l’aiutino, ma pur sempre 300. All’anteriore, un disco da 286mm per frenate sicure. Anche perché i valori inerenti la velocità crescono…
Non c’è 2 senza 4
Per entrambe, il piccolo motore dal frazionamento inusuale: 2 cilindri per 400cc, nel pieno rispetto delle normative Euro5. Potenza di 45 cv e coppia di 39 nm ad 8000 giri. Avete capito bene: ce n’è abbastanza per andare lisci e con poche vibrazioni (per forza di cose, inferiori a quelle di un mono). Ma certo, se si vuole forzare il ritmo ed aggredire l’asfalto, occorre lavorare di cambio. Il che non è deprecabile, data la nuova leva della frizione che riduce del 20% lo sforzo di azionamento. Riportatelo su una giornata tra i passi di montagna o sulla mezz’oretta di traffico da fare per arrivare a lavoro o all’Uni…