Kevin Schwantz da la sua opinione su quanto sta vivendo Marc Marquez. La sua lontananza forzata non gli farà bene. D’altro canto, alternative per un recupero così macchinoso, non ce ne sono.
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Kevin Schwantz, classe 1964, texano di Houston. Segni particolari: totale noncuranza del concetto di limite. La sua guida era fatta di puro istinto e tonnellate di cuore. Non è un caso che Davide Giugliano lo abbia scelto come mentore. Proverbiali le sue staccate al limite, con la Suzuki RG500 completamente “a bandiera” (e fortuna che non aveva il freno motore dei 4t). Una frase descrive il suo approccio ad una delle fasi più temibili della guida:
“Aspetto che il panico cresca, quando la paura si tramuta in visioni celestiali inizio a staccare.”
Questo suo stile aveva come contropartita una eccessiva propensione al rischio, all’errore. Alla caduta che può lanciare la vittoria nelle mani di altri avversari. Kevin non raccolse quanto il suo polso meritava.
Kevin Schwantz su Marc Marquez
Marc Marquez unisce l’inclinazione al rischio di Kevin, alla consistenza che scinde il Fuoriclasse dal Campione. Il suo infortunio di inizio stagione non gli ha fatto disputare alcuna gara nel 2020 e rischia di penalizzare parte del 2021. Su questo, ai microfoni di MotoGP.com, Il Campione del Mondo della Classe 500 1993 avverte i fan.
KEVIN SCHWATZ #34:
“Più tempo passi giù dalla sella, più è difficile tornare veloci. Personalmente, quando restavo troppo a lungo lontano dalle moto, avevo bisogno di molto tempo affinché il mio corpo e la mia mente si riabituassero alla velocità. Dovrebbe salire in sella e provare a girare. Un altro intervento potrebbe allungare molto i suoi tempi di recupero.”