Domenica 14 Settembre si è svolto il primo Maxienduro Day, con moto da off-road, organizzato dalla Concessionaria BMW Autoabbruzzo di Pescara. L’evento è nato dalla volontà di dare la possibilità ai possessori di moto maxi enduro di provare a guidare in un contesto off road, dove la continua precarietà di aderenza al fondo stradale richiede un tipo di guida totalmente differente da quello su strada.
Il tutto è stato possibile grazie ad un team di piloti esperti nella guida off road che, oltre ad aver testato i percorsi da seguire constatandone gli eventuali punti di maggiore difficoltà, ci ha seguito passo passo nella risoluzione di dubbi teorici ma sopratutto pratici.
Il primo approccio con la moto da off-road
All’evento non potevo mancare anche io, mossa dalla curiosità di provare la guida off-road di cui tutti mi parlavano con grande entusiasmo. La mia compagna di viaggio è stata un’Husqvarna 250 cc. 4t concessami in prestito da un caro amico. E devo dire che si è rivelata perfetta per il mio livello da principiante: piccola, leggera ed estremamente maneggievole.
La giornata è iniziata con un briefing eseguito da Stefano Sacchini, fondatore dell’Adventure School. Un briefing fatto di semplici ma fondamentali concetti utili per affrontare la giornata.
Pressione delle gomme, non caricare il peso sul manubrio ma bensì scaricarlo sulle pedane, utilizzo del freno posteriore ed anteriore, spostamento del corpo durante le variazioni di pendenza e così via.
Il percorso scelto dal team si inoltrava per boschi che a tratti lasciavano spazio a campi aperti con sentieri prevalentemente pianeggianti dal fondo brecciato alternato a terra battuta.
Moto da off-road e moto da strada, due guide differenti
Già dai primi kilometri ho capito che la guida off-road non ha nulla a che vedere con quella su strada. La perdita costante di aderenza obbliga il corpo ad essere elastico, cercando di seguire la moto in ogni movimento, facendo meno correzioni possibile.
La concentrazione non deve mai scendere. Dopo un tratto dal fondo stabile potremmo avere una pietraia in salita, e la rapidità di reazione è fondamentale. L’unica cosa in comune che ho riscontrato con la guida stradale è quella del mantenimento dello sguardo lontano. Non fissarsi sugli ostacoli imminenti, che possono essere sassi, rami o guadi (nel caso dell’enduro) permette di avere una guida più fluida e meno rigida.
Il mio pensiero costante era “ora cado, ora cado” ed in effetti sono caduta diverse volte, senza danni fortunatamente.
Il luogo da raggiungere era il ristorante. Un agriturismo totalmente circondato da boschi, un luogo in cui appena si arriva si entra nel mood “digital detox” dato che non c’è campo telefonico.
Una volta rifocillati dalla tipica cucina abruzzese abbiamo proseguito per sentieri dal livello decisamente più alto, ma dove la vicinanza alla natura è così elevata da sentirne una sorta di connessione, ed è forse anche questo che mi ha affascinato di questa guida.
Stanca ma soddisfatta
L’ off-road permette davvero di inoltrarsi per sentieri che portano in luoghi dove la difficoltà per raggiungerli è così elevata da renderli indenni alla mano dell’uomo.
Arrivata a fine giornata, stanca ed anche un pò ammaccata per via delle cadute, ho compreso il perché del tanto entusiasmo di chi esce spesso in off-road.
La sensazione di soddisfazione è inspiegabile, ed è per questo che consiglio a tutti di provarlo almeno una volta, chiaramente accompagnati da chi è già esperto.