A fine 1991 viene proposto a Loris Capirossi di andare in Gilera. Nella scelta di Capirossi si racchiude l’essenza del Campione.
Canto delle sirene
A fine 1991 Loris Capirossi ha 18 anni e già 2 titoli mondiali in tasca nella 125, con la Honda del team Pileri. La squadra ternana ha in serbo una NSR250 per il giovane Loris che è pronto a firmare con loro per le stagioni 1992 e 1993. A questo punto, 3 sillabe richiamano prepotentemente la sua attenzione: GI-LE-RA. L’azienda lombarda, poi trasferitasi a Pontedera (LU), contatta Loris per proporgli di correre con loro.
Certo, sradicare un 2 volte Campione del Mondo da un team con il quale punta a vincere ancora richiede validi argomenti. Ma Gilera ha pensato anche a questo. Dovendo rientrare nel mondiale, non può giocare la carta della competitività; è però disposta a sborsare parecchi mazzi. Si parla di un biennale, retribuito 1 miliardo di Lire a stagione. Se adesso state vacillando, immaginate il giovane Loris quasi 30 anni fa. Erano anni in cui la parola “fattura” era meglio associabile ai riti scaramantici.
Costi opportunità
Anche perché in quel periodo, il fattore economico aveva la sua incidenza. Per arrivare a correre nel Motomondiale, papà Giordano e mamma Patrizia hanno contratto diversi debiti ed ipotecato la casa nella quale vivono insieme ai figli, Loris e Davide. Correre il Campionato Europeo 125 nel 1989 gli costò 60 milioni di Lire. (rapportato al costo della vita di allora, circa 5 anni di stipendio da operaio). Debiti che dopo 2 titoli mondiali vanno ancora estinti.
Per la stagione 1992, il team Pileri offre 20 milioni l’anno ed una Honda clienti (comunque poco competitiva). Loris inizia a sognare, ad immaginare un futuro senza debiti e ricco di soddisfazioni extra-sportive. La passione famigliare per i motori verrà alimentata dal più prezioso dei carburanti: il denaro. Eppure la famiglia non sembra entusiasta.
Loris Capirossi andò in Gilera?
Mamma e papà sono 2 semplici operai. Una volta ipotecata la casa di Borgo Rivola (RA) non immaginavano che il figlio potesse diventare 2 volte Campione del Mondo. Fanno capire al figlio il costo opportunità di rifiutare la proposta di Gilera. Restare in un team privato che economicamente può offrigli poco. Restare in un team affiatato che tecnicamente può dargli molto. Abbastanza per permettergli di vincere e permettergli di guadagnare abbastanza in futuro. Nel suo libro La mia vita senza paura, il Campione racconta la decisione finale.
LORIS CAPIROSSI #65:
“Trascorro una notte di merda, non chiudo occhio neppure per un secondo. Al mattino, scendo per la colazione con gli occhi pesti ed il cuore finalmente leggero. Non vado alla Gilera, fine della discussione. Mio padre sorride.”
Qual’è la morale di questa favola vera? Che nella vita non si può valutare ciò che si ha (o si avrà) e prescindere da quello che si è. E soprattutto, da quello che si vuole ottenere. Prima ancora di averne le capacità decisionali, Loris scelse di essere un Campione. Talvolta rinunciando a studiare e costruirsi un futuro di certezze. Da Campione rinunciò a quell’offerta che lo avrebbe appagato solo economicamente. Scegliendo di non essere ricordato come una meteora, bruciata dal carburante di cui prima (il denaro), ma come quello che si è dimostrato in carriera lottando contro avversari agonistici e fisici: un Campione.
Per la cronaca, A fine 1994 si trasferì a Montecarlo, dove ancora risiede. Ad occhio, il problema economico lo abbiamo arginato.