Nei test della MotoGP a Sepang la scorsa settimana, abbiamo rivisto in sella Marc Marquez. L’8 volte Campione del Mondo è reduce da una complessa operazione alla spalla, il cui recupero richiede la risorsa meno rinnovabile del pianeta: tempo. I suoi primi giri in sella alla Honda RC213V 2020 sono stati relativamente prudenti. In classifica si è posizionato molto indietro. Durante le 3 giornate di test, Marc ha spesso accusato la stanchezza ed ottenuto alcune cadute, a suo dire, evitabili con i suoi soliti salvataggi in extremis. Considerando che l’agilità in sella è il fiore all’occhiello del pilota catalano, un timido campanello d’allarme suona già. Insomma, tra Marc Marquez ed Honda c’è aria di pioggia.
Benvenuto in HRC
A Maggio 2012, Casey Stoner annuncia il suo ritiro dalle competizioni a fine anno. In quel momento, Marc Marquez è un 19enne Campione del Mondo della Classe 125, che sta dominando in Moto2. Il suo ottimo rapporto con lo sponsor petrolifero Repsol gli spiana la strada verso la Classe Regina: sarà lui a sostituire Casey Stoner dal 2013 nel team Repsol Honda, al fianco di Dani Pedrosa. Da lì inizia una serie di annate vincenti: il talento di Marquez stupisce tutti e cresce di anno in anno. Dal 2013 al 2019, Marc vince ben 6 titoli mondiali in sella alla Honda. Ma è veramente tutto rosa e fiori?
Marc Marquez ed Honda. Amore o dipendenza?
Come accaduto ad altre aziende, Honda vince solo con Marc Marquez. Quest’ultimo ha una guida estremamente aggressiva, nonchè una singolare propensione alla ricerca del limite. La RC213V, dal canto suo, è una moto agile (quasi isterica), poco comunicativa sull’avantreno e brusca nell’erogazione della potenza. Con queste caratteristiche è il prolungamento del corpo di Marc, quanto demotivante verso gli altri piloti (basta vedere quanto accaduto a Jorge Lorenzo). Il suo impegno ha permesso ad Honda di vincere il titolo Piloti, Costruttori e Team nel 2019, nonostante i compagni di marca ottenessero risultati ben peggiori.
Questa disuguaglianza non sfugge ai vertici HRC, che infatti blindano tassativamente il pilota catalano. Si può dire che Honda, azienda ossessionata dal Brand Awareness (chiedere a Valentino Rossi), dipenda da Marc. Il recente inserimento di suo fratello Alex nel team Repsol in MotoGP ne è la prova. Alex è Campione del Mondo sia in Moto3 che in Moto2 ma il suo approdo in HRC senza un contributo di Marc sarebbe stato improbabile. Detto ciò, Marquez non ha ancora rinnovato la sua collaborazione con la casa di Tokyo…
Quando firmiamo?
Questa calma di Marc nel rinnovare con Honda lascia presagire un po’ di maretta. Il manager del team Repsol Honda, Alberto Puig, appare piuttosto abbottonato sull’argomento, invece di dissipare i dubbi. Difficile ipotizzare un disaccordo economico (molte case avrebbero pagato qualunque cifra pur di averlo in squadra). Che si tratti di un problema tecnico? Dopo anni di guida funambolica, Marc è stanco di guidare al limite e rischiare ad ogni curva. O più semplicemente, il catalano è proiettato verso altri orizzonti: forse quelli di Borgo Panigale. Dopo anni da vice-Campioni, la dirigenza Ducati ha capito che per battere Marquez serve…Marquez. Dopotutto, Dovizioso compirà a breve 34 anni; Petrucci non ha brillato nel 2019; Miller e Bagnaia non sembrano destinati a cavalcare selle Factory nel breve termine.
E se Marquez non è certo di riuscire a vincere da subito sul altre moto, Honda sa quanto i suoi successi degli ultimi anni dipendano dal pilota catalano. Una firma conviene alla casa di Tokyo, per vincere ancora in futuro; conviene a Marc, che da Honda otterrà ancor più considerazione.