Nella gara di MotoGP 2023 al Mugello, Marc Marquez cade ancora. Va però riconosciuta la sua grande abilità di comunicatore. Perché? Lo state per scoprire.
Anche il Mugello è indigesto nel 2023 di Marc Marquez
Quando a correre è una Honda RC213V-S con il n° 93, la situazione diventa calda. In qualifica, dove si attacca a qualsiasi scia possibile per spuntare un bel tempo; in gara, dove sopperisce alle palesi lacune della sua Honda guidando al limite. Staccate con la moto di traverso, sorpassi in spazi chirurgici, percorrenze a vita persa con la moto che sobbalza.
Lo abbiamo visto in Q2 quando, attaccato a Pecco Bagnaia, era ben più al limite ed ha rischiato più volte di volare in aria. Soprattutto nelle curve più veloci (le Arrabbiate o le Biondetti). Ma alla fine, un 1:44.933′ è uscito. Neppure un decimo più lento del rivale italiano.
Un’altra vita
Un conto è il giro ad effetto che esce in qualifica. Elettronica aperta, energie focalizzate solo su quei 5 chilometri, setting d’attacco. Guidare così in una gara di oltre 20 giri è impossibile. Succede così che Marc sfrutta ogni debolezza dei suoi avversari. In Gara 2, mentre è stabilmente in lotta per le prime 4-5 posizioni decide di “giocare l’asso”.
Davanti a se ha Luca Marini, che percorre la Bucine (l’ultima curva) a velocità sensibilmente minore. Al che Marc, invece di tentare un’inutile staccatona, decide di prendere spazio. Contrariamente alle sue abitudini, va larghissimo a centro curva per spigolare, uscire più forte del rivale e provare a superarlo di scia sul rettilineo.
No fly zone
Peccato che la Bucine, chiunque abbia mai girato al Mugello lo sa, abbia 2 diversi banking (inclinazione dell’asfalto). Nella metà più interna, il banking è positivo e tende ad avvicinare la moto al cordolo; nella metà più esterna è negativo e tende a “portare fuori”.
Purtroppo la moto di Marc finisce una decina di centimetri fuori la zona franca, inizia a puntare ugualmente il gas e…finisce nella ghiaia.
Honoris causa
Nel 2005, Valentino Rossi fu insignito della laurea Honoris causa in scienze della Comunicazione, da parte dell’Università di Urbino. Questo per via dei suoi ottimi riscontri in tale ambito, tra gag, teatrini e la sua naturale empatia che buca tuttora lo schermo.

Marc sta facendo lo stesso, ma a livello tecnico. Le sue continue cadute sono un messaggio chiaro agli appassionati. Che dal catalano si traduce così:
“Ragazzi, io ci provo. Con la moto che ho è impossibile anche tenere il loro passo e se qui non mi danno un mezzo competitivo, io rischio la vita per niente. Bisogna fermare le Ducati”
E alla Honda:
“Ragazzi, io ce la metto tutta e non ci penso neanche di accontentarmi. Senza una moto adeguata ogni gara finirà così. Perciò, a lavoro, sennò mi tocca andare in Ducati.”
Ma soprattutto, allargare le braccia in segno di stupore, mostra urbi et orbi quanto la moto sia un mezzo imprevedibile.