Pochi sanno che nel 1990 nacque una moto marchiata Ferrari: ciclistica semplice ma innovativa e motore 900 di cilindrata. Molti scossero la testa: la stessa che chinerebbero di fronte a lei.
Moto Ferrari 900: il tuo nome sarà…
Era il 1990 e mentre in Italia il binomio Amedeo Minghi e Mietta incantava gli amanti delle ballate con Vattene amore. Negli USA, un visionario di nome David Kay sognava di apporre sulla sua creatura il marchio del cavallino rampante. Scrisse alla casa di Maranello (MO) e ricevette il consenso. Ecco quindi la moto brandizzata Ferrari.
Telaio in tubi per una struttura alquanto semplice. 172 kg di peso per una guidabilità perentoria. Potremmo dire, con il senno di poi, che Ducati si sia ispirata a lei per creare la Monster nel 1993.

She’s got the look!
Il telaio rosso ben in vista, sommato alla eccedenza cromatica del rosso Ferrari le donava autorità. Ruote con cerchi da 17″ e freni Brembo, ulteriore omaggio all’Italia. Sospensioni WPS con forcella upside down e carter in magnesio: fantascienza per i tempi.
Motore 900cc 4 cilindri in linea in grado di sviluppare 105 cv per una velocità massima di 265 km/h (forse un pelo ottimistica). Prese d’aria laterali liberamente ispirate alle rosse di Maranello.

Insomma, somigliava di brand e di fatto alla Ferrari Testarossa che i più abbienti guidavano in quel periodo (ed il cui raggiungimento rappresentava un punto di arrivo per gli altri).
Top or flop?
Commercialmente, come si rivelò questa moto Ferrari? Un fallimento, se ci limitiamo ai freddi numeri. Venne venduta nel 2012 all’asta per una cifra attorno ai 110.000 dollari: paradossalmente non molto, per questo genere di mezzi.
Ma nel cuore dei curiosi appassionati e smanettoni, questo pur sgraziato esperimento si ritaglia un posto a sedere. Ma chi saranno mai questi estimatori? Beh, uno si chiamava Piero Lardi Ferrari. Fate vobis