Yamaha introduce la sperimentale moto con con guida autonoma: un sofisticato sistema che evita le cadute più stupide. Vale a dire, quelle che si fanno quasi da fermi.
La guida autonoma su una moto?
Eh già, fino a pochi attimi fa la guida autonoma era un plus appannaggio delle sole auto. Sembra che oggi sia invece disponibile per le moto. Nonostante la progettazione non sia affatto semplice, i mezzi a 2 ruote sono quelli che più ne hanno bisogno, dato le conseguenze delle cadute.
In questo frangente, la casa di Iwata gioca d’anticipo: previene le cadute entro i 5 km/h. Quei momenti morti in cui si tentenna con un filo di gas e la frizione quasi del tutto rilasciata. In cui una media statura è nella fase del “tocco-non tocco” con i piedi. Le cadute più stupide che però hanno conseguenze egualmente pericolose, se affrontate nel momento sbagliato. Ma andiamo a vedere come funziona il tutto.
Come e dove
Per ora, ne è stato sperimentato il funzionamento sulla R3: una moto piccola, leggera, poco impegnativa. Il suo nome è l’acronimo AMSAS (Advanced Motorcycle Stability Assist System). Rispetto al robot che guidava una Yamaha R1 a tutta velocità o ad una moto completamente autonoma c’è un piccolo passo indietro: questa moto sarà guidata da tutti noi, ma l’intelligenza artificiale coadiuverà gli ausili alla guida al fine di evitare cadute. Giacché un’immagine vale più di 1000 parole, ecco a voi un video che ve ne illustra il funzionamento.
Non è un caso che si sia partiti dalla R3. Immaginate di disporne su moto ben più impegnative di Yamaha: non so, la Tracer 9 GT, ad esempio? O la intuitiva ma altissima Yamaha Teneré? Un prezioso contributo dell’intelligenza artificiale al fine di farci vivere e godere la guida in maniera più spontanea e naturale.