Vista la bella stagione, molte persone stanno pianificando qualche viaggio in moto in compagnia: come trattare al meglio il vostro passeggero?
In moto il passeggero è sacro
A bordo della nostra moto, siamo come principi che ospitano persone nel proprio castello o, per rimanere in tema, nella propria magione. Il passeggero deve sentirsi comodo, tanto più se si tratta delle prime esperienze. Di più, deve apprezzare quanto più possibile questa avventura.

Facciamolo con una moto adeguata alla situazione. Non inventiamoci spazi di fortuna, ma portiamo il nostro ospite su una sella comoda, confortevole. Foraggiamo i suoi bagagli con un baulone o dei portaborse adeguati. Per male che possa andare il viaggio, quantomeno la compagnia apprezzerà lo sforzo.
Batti il ferro finché è caldo
Non siate maliziosi. Ci riferivamo all’educare il passeggero su cosa significhi andare in moto. Non si sta semplicemente facendo un viaggio con 2 ruote in meno. Non si tratta di mettersi in autostrada a 135 km/h indicati, di 6° marcia con il cruise control. Non ci sono serbatoi da 50 lt, ne tempi d’arrivo affinché il viaggio inizi. E’ già iniziato.

Essendoci delle pieghe, il passeggero deve assecondare con il corpo i vostri movimenti, non contrastarli. Pericolosissimo. Alla stessa maniera, evitate il “combattimento tra caschi”. Logicamente, molto dipende da noi.
On the flow
Per quanto ci riguarda, manteniamo una guida dolce, fluida, rispettosa della meccanica. Accelerazioni, frenate e scalate morbide; movimenti delicati. Consiglio prezioso: se anche voi siete alle prime armi, non utilizzate marce troppo lunghe. In questo modo, la maggior trazione vi aiuterà a trarvi d’impaccio.

Non imbarchiamoci in situazioni che non sappiamo gestire (e tantomeno dobbiamo darlo a vedere). Per quanto possibile, scegliamo strade in grado di bilanciare divertimento e comfort: mentre magari vi godere qualche bella piega, qualcuno dietro di voi potrebbe avere la nausea.
Non solo taxi!
La pedissequa ricerca dell’equilibrio rende la moto un veicolo più impegnativo. Di conseguenza, a parità di destinazione finale, il trasferimento è un’esperienza più sensoriale. Fate in modo che il vostro passeggero si senta parte attiva di tutto ciò. Che condivida con voi questo divertimento.

Piccolo consiglio extra-settore. Ascoltate le sensazioni del passeggero, durante le pause o dopo l’arrivo. Rispondete alle sue domande senza sussiego, ma sempre e solo con il sorriso. E se in cima al passo vi troverete a parlare con altri motociclisti, non tuffatevi in conversazioni troppo settoriali, estromettendolo. Piuttosto coinvolgetelo, sfruttando canali a lui più congegnali. Perché le emozioni non hanno confini. Semplicemente esistono.