Dopo la vittoria del rookie Pedro Acosta nella gara di Moto3 a Doha, Pierfrancesco Pileri si è scagliato e duramente contro la FMI. La gestione, a suo dire superficiale, del motociclismo italiano decreta la mancanza di talenti in grado di emergere nel mondiale.
Pileri: chi era costui?
Pierfrancesco Pileri, umbro di Terni come Danilo Petrucci, è stato un team manager importante nel Motomondiale. Loris Capirossi ha corso ed è rimasto fedele al suo team dal 1990 al 1995, correndo in 125, 250 e 500. Oltre a Capirex, molti altri nomi noti hanno calcato la moquette del suo team: Fausto Gresini, Paolo Casoli, Ezio Gianola. Le sue moto hanno sempre performato alla grande sulle piste di tutto il mondo: basti pensare che Capirossi ci vinse 2 titoli mondiali in 125, sfiorandone altri 2 in 250.
Io c’ero
Le moto private, tenute insieme con le fascette e con imprese locali come sponsor sulle carene; i piloti dalla tuta rattoppata con il nastro da pacchi; l’eroe privato che scarica la moto dal furgone e vince la gara. Lui si che c’era ed era parte attiva dello spettacolo. Ma in nome di quanto accaduto con lo spagnolo Pedro Acosta Domenica scorsa, è ben conscio che certi tempi sono ormai finiti. Almeno per gli italiani e questo è un doppio motivo di tristezza. Sulla sua pagina Facebook, Pierfrancesco Pileri affonda contro la FMI.
MalaFMI
Pierfrancesco Pileri:
“Dopo aver visto le gare di ieri ed aver ammirato Acosta e Martin, non posso che essere triste per il perdurare della becera gestione della FMI, nei riguardi della formazione e crescita dei piloti di casa nostra. D’altronde è stato sempre così. Io posso parlare, in quanto non ho mai avuto un centesimo da loro e ne sono fiero. Sta calando anche l’onda lunga del VR46. infatti non impegnandosi in moto3, non possono far crescere piloti. Loro sono un’impresa commerciale e non sono discutibili. Dico solo una cosa: per avere un’appuntamento con il Presidente Copioli ci vogliono circa 2 mesi; per parlare con il Presidente della Real Federaccion Motociclista Española, mi basta una telefonata. Io posso parlare perché a 65 anni non ho alcun progetto da farmi finanziare e quindi non sono di parte. MEDITATE GENTE!!!”
Scambio equo
Che la FMI non sia un’associazione No Profit, è risaputo. Anche a detta di suoi pur fedeli discepoli quali: Luca Pedersoli, Luca Vitali, Andrea Mantovani, Simone Saltarelli etc. Non investire sul ricambio generazionale di giovani leve significa, paradossalmente, auto-danneggiarsi. Viceversa, supportarli nella loro crescita paga in termini di pubblicità. Vengono in mente nomi come Fabio Di Giannantonio, Franco Morbidelli, Davide Giugliano, Danilo Petrucci etc.
La nascita della tragedia
Le crescenti richieste economiche (succede sempre quando si parla di “ridurre i costi”) e la deriva verso il professionismo hanno evirato questo mondo della genuinità delle gare amatoriali, fornendogli contenuti tecnici giocoforza inferiori a quelli richiesti nel mondiale. Un ibrido che non è gradito dai più, infatti orientati altrove. Viene in mente Fabrizio Perotti che illo tempore partecipò al CEV; Alex Polita dedito al TT, Macau, Imatra fino all’IDM.
In ottica futura
Piloti aggrappati come muscoli allo scoglio del mondiale o di altri campionati europei, pur di non vanificare i tanti sacrifici fatti negli anni. Non si veda il post di Pileri come l’ennesimo “sfogo del silurato” (per sua stessa ammissione, non è mai entrato nei sacri cancelli) ma come l’amara constatazione di quanto il mondo delle 2 ruote sia cambiato. Ma proprio in quanto ruote, fanno sempre in tempo a girare.