Nella gara della MotoGP ad Austin 2023, Fabio Quartararo ha chiuso sul podio, ma il crash nella Sprint Race denota quanta fatica facciano lui e Yamaha.
Il crash di Fabio Quartararo nella sprint di Austin 2023
Il binomio franco-giapponese che fino allo scorso anno ha lottato per il titolo mondiale ha affrontato la tappa americana della MotoGP con il cuore in gola. Al limite, in ogni centimetro della pista.
In accelerazione, abbiamo visto diversi pompaggi del posteriore; persino nello scorrevolissimo T4, la M1 di Quartararo si muoveva per l’eccessivo angolo di piega e il pilota stesso sembrava un tarantolato. Era questo il Fabio che abbiamo sempre visto?
Kryptonite
Nel 2019, il debutto di Fabio Quartararo in MotoGP è stato molto interessante. El Diablo è sempre stato un rasoio: agile, pulito ed efficace. Il 2020 lo ha visto concretizzare il suo talento in qualche vittoria, confluite nel titolo di Campione del Mondo nel 2021.
Dal 2022, Yamaha non ha più tenuto il passo di Ducati e il pilota francese ha sempre dovuto forzare per tenere il passo dei rivali. Ad Austin 2023, abbiamo visto un Fabio molto aggressivo, agitato alla guida di una moto isterica.
Por fuerza
Alla fine, sul guidato, qualcosa te la inventi. Ma sui rettilinei non ci sono santi che tengano. Rispetto a Ducati, ti manca trazione nelle marce basse e potenza in 5° e 6°. Devi forzare la staccata.
Durante la Sprint Race, Fabio arriva in curva 1 con il massimo slancio: per guadagnare gli ultimi 2-3 km/h, da il classico “schiaffo” verso l’esterno per inserire la moto sfruttando tutta la rotondità della pista. Ma non avrà il tempo di completare la frenata. La forcella non sopporta una frenata così forte e…SBAM! A terra.
Uno come mai nessuna
Curva 1 è poi una curva infida. Arrivando dal rettilineo del traguardo, il pilota vede dinanzi a se una salita molto ripida che precede curva 1. A questa si arriva in 5° piena a 310-315 km/h e si scala fino alla 1° per inserire. Ma nel momento in cui la planimetria descriverebbe la linea dell’inserimento, la pendenza cambia di colpo: una salita impervia diventa una leggera discesa. Il pilota dovrà quindi completare buona parte della frenata prima del cambio di pendenza. Difficile calibrarlo quando corri “impiccato”.
Podio fortunato
Di cosa lamentarsi? In gara El Diablo è salito sul podio, no? Formalmente sì e quei 16 punti non glieli toglie nessuno. Ma se pensiamo alle cadute dei ducatisti Pecco Bagnaia, Jorge Martin ed Alex Marquez, del suicidio di Aleix Espargaro e dell’assenza tanto di Marc Marquez quanto di Enea Bastianini…c’è da farsi 2 conti.
Insomma: Yamaha non si crogioli su questo podio. Di più, si dia da fare per Jerez che se Fabio non riuscirà a recuperar punti neanche lì…sarà dura. Molto dura.