Nelle prime 2 manche del WorldSBK 2023 ad Imola, Toprak Razgatlioglu ha guidato al limite. Sia sue che del suo mezzo. Vietato arrendersi!
Ad Imola Toprak Razgatlioglu anima il WorldSBK 2023
Diciamolo subito: è stata (di gran lunga) la tappa più spettacolare dell’anno. Vuoi per la pista così particolare in grado di calmierare il livello tecnico; vuoi per la forma degli altri piloti. Era facile ipotizzare che il turco animasse questo contesto con la sua guida così emozionante. E così è stato.
Se nella guida in moto domina la razionalità e la tecnica (a dispetto di crede il contrario), a volte l’istinto deve riempire lo spazio lasciato vuoto dalla ragione. Eh sì, è successo di nuovo.
Toro meccanico
Se la Yamaha R1 ama la guida precisa e rotonda, il turco la tratta come un toro meccanico. Stacca oltre i riferimenti degli altri piloti, con la moto tutta di traverso (avantreno compreso) e sfrutta ogni millimetro di pista necessario. La differenza di agitazione in sella, faceva sembrare Alvaro Bautista l’infermiere di Toprak.
Accelerazioni anticipate con moto che pompa, per non sacrificare la percorrenza. Moto che impenna in tutti i cambi marcia. Incluso il passaggio dalla 4° alla 5° giù verso la Rivazza che…andateci a girare e capirete meglio che mediante qualsiasi spiegazione. Soprattutto, non preoccuparsi minimamente delle curve successive, se non di quel nastro d’asfalto sotto di lui.
La domanda è: perché?
Come tutti i dipendenti brillanti, Toprak vuol essere ricordato in Yamaha come quello che vinceva “nonostante tutto”. E, una volta esaurito l’entusiasmo per i 3 milioni dati da BMW, puntare su un ritorno con uno stipendio adeguato.
Perché, parliamoci chiaro, è Yamaha che: lo ha portato a diventare Campione del Mondo WorldSBK 2021; gli ha fatto provare una MotoGP; gli ha permesso di ottenere risultati che, a loro volta, hanno convinto un colosso come BMW a sborsare cifre importanti per averlo.
Chiamatela gratitudine, rivalsa o semplice caparbietà. Il turco non si arrende.