Gara 1 della SBK in Argentina, ha visto tornare la vittoria di Alvaro Bautista; 2° Jonathan Rea; 3° Toprak Ratzgatlioglu; solo 12 i piloti schierati.
Solo 12 piloti in Gara 1 nella SBK in Argentina
Sin dalle FP1 del Venerdì, il tracciato di “El Villicum”, recentemente riasfaltato, era apparso notevolmente scivoloso, perciò privo di grip. Tutto ciò ha suscitato polemiche e malcontento in buona parte dello schieramento: solo 12 piloti si sono schierati in Gara 1. Non ritenendo le condizioni del tracciato congrue allo svolgimento della gara, sono invece rimasti ai box: Laverty, Melandri, Kiyonari, Cortese, Davies, Camier.
Bautista torna alla vittoria
Dopo un esaltante esordio tra le derivate di serie con 11 vittorie consecutive, Bautista è incappato in un vortice di cadute, errori e passi falsi, sia tra i cordoli che nel box, che hanno compromesso il suo Campionato. Dopo l’acuto di Gara 2 a Portimao, Bautista torna alla vittoria in Argentina. Alvaro, che già partiva dalla Pole Position, ha interpretato al meglio le condizioni critiche del tracciato (che tra l’altro non aveva mai visto prima) e ha lottato per l’intera gara con la sua Ducati Panigale V4: efficace in accelerazione, velocissima sul rettilineo quanto bizzosa e fisica nei tratti guidati. Al termine di questa 1° manche, L’alfiere uscente di Borgo Panigale commenta la sua performance:
“Sono davvero felice di aver vinto alla mia prima esperienza su questo circuito. Le condizioni del tracciato erano davvero critiche, già dalla Superpole: la mia moto scivolava molto, ma invece della massima prestazione, ho cercato di prendere il mio ritmo senza commettere errori.”
Kawasaki sempre performanti
Durante la stagione, le Kawasaki si sono rivelate ancora il riferimento tra le derivate di serie: sempre performanti su ogni tipo di tracciato, in Argentina non hanno fatto eccezioni. Nei primi giri, Rea detta il ritmo insieme a Bautista e con Toprak Ratzgatlioglu, compone un terzetto imprendibile per gli avversari. Gli approcci di Bautista e Rea in questa gara, appaiono complementari: il Ducatista ha una guida fisica, aggressiva e spigolosa; Rea ancora una volta punta tutto sulla precisione e a 14 giri dalla fine affianca Bautista, dando l’impressione di poterlo contrastare. Archiviata la pratica del 5° Mondiale consecutivo, Jonathan Rea agguanta serenamente la piazza d’onore e dichiara:
“E’ stata una gara difficile, caratterizzata da condizioni difficili. Voglio però ringraziare la mia squadra per aver cambiato alcuni dettagli sulla moto. Speriamo che domani diminuisca la temperatura e migliorino le condizioni dell’asfalto.”
Gli fa eco il suo compagno di marca, Toprak Ratzgatlioglu, che chiude il podio di Gara 1:.
“Non è stata una gara semplice per nessuno. Ho spinto al limite per raggiungere Rea ma alla fine ho preferito accontentarmi e conquistare un altro podio. – spiega non pienamente soddisfatto – speriamo che domani cali la temperatura.”
Toprak, al suo secondo anno in SBK, arriva sempre più spesso sul podio, grazie alla sua guida temeraria ed efficace al tempo stesso.
Yamaha fuori dal podio della SBK in Argentina
Anche Yamaha ha iniziato il 2019 nel segno della rivincita ma non sembra ancora pronta per fare il “salto di qualità” e lottare stabilmente per il podio: se il 4° posto di Van der Mark e il 5° di Lowes non sono risultati disprezzabili, i distacchi di 16.996″ per l’olandese e di 22.535″ per il britannico, raffreddano abbastanza gli animi.
Gli altri inseguono da lontano
A giudicare dai distacchi subiti, si può dire che i piloti dalla 6° alla 11° posizione inseguano da lontano il gruppo di testa, soprattutto i contendenti al podio, con un distacchi da Trofeo Monogomma. E se il forfait di 6 piloti ha consegnato qualche punto a chi lottava stabilmente nelle retrovie, il ritardo alla bandiera stacchi non è cambiato: 6° Haslam (+25.840″); 7° Sykes (+31.928″); 8° Torres (+41.819″); 9° Mercado (+46.835″); 10° Delbianco (+1:03.500′); 11° Reiterberger (+1:13.699′). Ciliegina sulla torta, dal sapore non irresistibile, il ritiro di Michael Ruben Rinaldi dopo sole 3 tornate. A fine gara, il Team Barni ha ufficializzato la fine della collaborazione con il pilota romagnolo, che commenta amareggiato questa novità:
“Avrei voluto continuare con Barni anche il prossimo anno ma non è stato possibile. Vorrei comunque correre ancora con la Ducati Panigale V4 e nelle ultime gare farò del meglio per conquistarmi una sella per il 2020.”
Gara 1 della SBK in Argentina è stata caratterizzata più da fattori esogeni che non da duelli avvincenti, come spesso accade nelle derivate di serie. Domani i piloti sperano in temperature più basse e grip migliore e Gara 2 potrebbe recuperare preziosi interpreti.