Sabato 25 Giugno 2022 abbiamo fatto un’intervista a Scott Redding: da sempre fedele a Shark, il britannico che corre in WorldSBK su BMW ha parlato di velocità, ma anche di sicurezza.
L’intervista a Scott Redding
Ciao Scott, piacere di conoscerti e grazie per questa intervista per Smanettoni.net, come stai?
“Mi sento bene. Sono arrivato in Italia questa mattina presto ed ora c’è un bel tempo. Sarà una bella giornata.”
Tu sei stato vincitore del BSB 2019: che ambiente hai trovato lì? E quali sono le principali differenze con il WorldSBK?
“La differenza più grande tra i campionati mondiali e quello britannico sono i circuiti. Nel WorldSBK sono 10 metri più ampi (un’iperbole voluta per rendere bene l’idea). Puoi andare più forte e in maggiore sicurezza. Nel BSB non c’è il controllo di trazione ed altri aiuti elettronici. La sensibilità del pilota fa una maggior differenza e questo mi da molto gusto. Ma se non sei concentrato al 100%, rischi brutte cadute. Diciamo che in WorldSBK ti preoccupi di fare il giro perfetto, altrimenti recuperare è difficile; nel BSB devi gestire maggiormente la moto e quando fai un errore hai più possibilità di recuperare”.
Come pensi che stia agendo Dorna riguardo la sicurezza?
“Venendo dal BSB, penso che Dorna stia facendo un ottimo lavoro sulla sicurezza. Anche andando a ritroso, vediamo degli ottimi miglioramenti, anche se in alcuni circuiti si potrebbe fare ancora meglio. Ogni anno, le moto e i piloti vanno più forte. Adesso abbiamo un ulteriore aiuto dato dall’air-bag”.

Ora ti farò vedere una foto. Volevi testare la resistenza del casco Shark o ti prudeva solo la testa?
“Il casco a terra…beh, penso sia un ottima pubblicità anche per Shark che mi ha sostenuto fino a quel momento (ride, NDR). E poi è piaciuta molto sui Social. In realtà lo avevo già fatto 2 o 3 anni prima, ma i fotografi non avevano immortalato il momento. Nessuno ci credeva, perciò ho voluto rifarlo per averne delle prove.”
A parte gli scherzi, quanto è importante per voi piloti avere un buon casco come il tuo Spartan GT Carbon?
“Molto importante. Soprattutto il casco. Ok, la tuta ti salva la pelle, ma nel casco c’è la tua testa. Uso Shark da quando avevo 8 o 9 anni. Una volta ho cambiato produttore ed ho avuto un grave incidente nel quale ho rischiato di farmi male. Da allora sono tornato con Shark”.
Quest’anno sei passato alla BMW: cosa cerca un pilota in una moto sconosciuta? E da cosa riesce a capirne il potenziale?
“Io sono passato dalla MotoGP al BSB e devo dire che le sensazioni sono state simili. I mezzi erano più lenti, ma anche le piste erano più strette. Pensavo che il WorldSBK fosse più semplice. Invece, ci vuole tempo per andare forte. Anche qui, sviluppare un mezzo è complicato. Speriamo di migliorare nella seconda parte di stagione”.

ll passaggio da Ducati a BMW è stato difficile? E quanto si fa sentire la differenza di potenza rispetto alla Panigale?
“E’ stato uno shock! All’inizio non riuscivo a guidare come volevo e, di conseguenza, a fare buoni tempi. Poi mi sono detto: “Ok, il problema sono io”. Ho lavorato sodo, cercando di leggere al meglio la moto. La BMW M1000RR non accusa molto dalla Ducati, in termini di potenza massima. Ha solo un carattere diverso. Il comportamento in curva della BMW mi ricorda quello della mia vecchia Moto2. Rispetto ai piloti più esili di Ducati, perdiamo un po’ in velocità massima, ma io sono molto alto e comunque non facevo la differenza lì”.
Ci sono invece delle differenze trai il tuo casco e quello in vendita nei negozi?
“Nessuna! Qualsiasi utente può acquistare il mio stesso casco in negozio. Ho 2 caschi: uno per le gare, l’altro per gli allenamenti. Ma non c’è alcuna differenza tra loro.”
Quindi se lo compro divento veloce come te?
“Certo, puoi guadagnare almeno 1″ al giro (ride)!”