Settore delle due ruote nella Fase 2
Il Comunicato Stampa tocca da diverse angolazioni le criticità a cui potrebbe andare incontro il settore. Trattandosi di economia, è fondamentale (e piuttosto facile, nella fattispecie) risvegliare un bisogno.
“Il nostro sistema industriale e la vendita subiscono un danno economico importante: la tenuta è a rischio. I nostri associati sono pronti a riprendere già oggi e a farlo con responsabilità, osservando rigorosamente i protocolli sanitari condivisi con le parti sociali, nella tutela dei lavoratori e di un mercato estremamente stagionale. Il 18% della produzione europea di biciclette e quasi la metà delle moto avviene in Italia. Parliamo di un eccellenza industriale da circa 320.000 veicoli e 2,6 milioni di bici l’anno, a cui si aggiungono i produttori di accessori, componenti e abbigliamento tecnico che hanno fatto la storia di questo settore.”
Produzione ed utilità
Il discorso del Presidente Magri, evidenzia non solo i riscontri produttivi, ma anche l’utilità sociale di questo settore, nella Fase 2.
“Il tessuto commerciale è costituito da circa 5000 negozi, piccole realtà imprenditoriali talvolta a conduzione familiare. In questo momento, tramite misure di vendita alternative, potrebbero tornare a respirare e favorire la diffusione di bici e moto. Il settore delle due ruote, siano esse a pedale, a motore o a trazione elettrica, giocheranno un ruolo importantissimo nella mobilità individuale della Fase 2, soprattutto nei contesti urbani, dove possono assicurare in maniera esclusiva il distanziamento sociale, la velocità negli spostamenti e una maggiore eco-sostenibilità.”