In questo weekend a Portimao è andata in scena la 1° Sprint Race nella storia della MotoGP: vi lasciamo la nostra opinione a riguardo.
La Sprint Race è pericolosa: non esiste opinione
Se già i piloti di oggi, come dice un certo Valentino Rossi, sono estremamente aggressivi nei sorpassi, comprimere la loro foga in soli 10 giri significa esporli a rischi maggiori. Gli avversari scalpitano e tu devi difenderti; le gomme non sono ancora in perfetta temperatura, ma tu devi tirare; sei abituato a consumare le tue energie una goccia per volta, ma devi spingere al limite.
Succede allora che sbagli una traiettoria. Se subito dopo c’è un’altra curva, sbagli quella successiva. Rallenti, gli avversari ti infilano, tu ti innervosisci e…OPS! “l’ho fatta come al giro prima ma stavolta son caduto”.
Non tutti i mali…
Di contro, con il livello di sofisticatezza dell’attuale MotoGP, come fai a combattere la narcolessia? Con una anti-storica involuzione tecnica? No dai, non scherziamo. Dando a tutti la possibilità e lo stimolo di tirare da subito, fai emergere i manici, gli outsiders, gli spericolati. E sì, succede qualche piccolo incidente.
Vero anche che il peggior incidente del weekend non è successo al 5° giro su 10 della Sprint Race bensì al 2° giro su 24 della gara lunga. Anzi, con 10 giri invece di 24, riduci del 60% l’intervallo temporale in cui potrebbero verificarsi incidenti.
Tirando le gomme
Vedere questi piloti partire arrembanti e senza troppi freni inibitori ci ha regalato una MotoGP che non vediamo spesso. Piloti pazzi che si affossano alla 1° curva; moto che pompano per la tanta trazione richiesta e, finalmente, GARE. Dove dietro di se il pilota può avere il suo compagno di viaggio, nonché miglior amico: non lo farà passare per nulla al mondo. Il tempo dedicato allo studio di un avversario, viene rubato alla fantasia nel superarlo.
Ben venga un po’ di sana pazzia ogni tanto!