Si sa, a Marzo la voglia di moto cresce in tutti. Starne lontani diventa difficile e si spende ogni ritaglio di tempo utile per fare due pieghe. Alcuni motociclisti, benchè Campioni del Mondo, non sono immuni da questi raptus. Uno di questi è proprio Sylvain Guintoli, che proprio ieri ha pubblicato un Vlog sul suo canale YouTube. In questo video, Sylvain Guintoli calza l’abbigliamento tecnico da pista, estrae dal suo garage la Suzuki GSX-R1000 per andarci a girare nel circuito di Donington Park. Ne consegue che la moto sia interamente di serie, con tanto di targa e fanali per circolare in strada.
Tempo di presentazioni
Iniziamo dal pilota. Sylvain Guintoli, classe 1982, francese. Nella sua carriera ha corso nelle Classi: 250cc, MotoGP 990, 800 e 1000cc del Motomondiale, dove fa ancora qualche wildcard, in quanto collaudatore Suzuki. Nel 2009 passa in SBK: risultati in crescendo, fino a diventare Campione del Mondo nel 2014. Un 2015 incolore in Honda alla quale segue un brutto infortunio nel 2016, quando correva per Yamaha. Sylvain però non appende il casco al chiodo e continua a cimentarsi in wildcard e collaudi per la Suzuki. Il feedback che fornisce oggi è quantomai utile e veritiero.
Il circuito di Donington Park incarna in pieno le caratteristiche delle piste inglesi: una prima parte di curvoni veloci in contropendenza; una seconda parte molto più aggressiva con staccate e ripartenze perentorie. Le curve del circuito sono accomunate da 2 caratteristiche molto Brit: l’asfalto molto stretto ed i riferimenti per le traiettorie completamente ciechi. Si deve guidare a memoria, in scioltezza e senza strafare.
Sylvain Guintoli con Suzuki GSX-R1000 di serie a Donington Park
Il risultato di questa giornata in pista? Con una Suzuki GSX-R1000 di serie, Sylvain Guintoli ha girato a Donington Park in 1:37′. Un risultato ben lontano dalle SBK, il cui record in Superpole è stato di 1:26.641″ ad opera di Tom Sykes nel 2017. Detto ciò, bisogna fare alcune precisazioni. Il fatto che Sylvain abbia girato con una moto di serie, con la quale ha raggiunto il circuito, contestualizza meglio il risultato: gomme e sospensioni di serie non permettono di staccare, curvare ed accelerare con altrettanta rapidità; l’elettronica ed i freni di serie sono pensati per sollecitazioni stradali, di gran lunga inferiori a quelle della pista. Inoltre, tutti gli accessori imposti dalla circolazione stradale fanno lievitare di molto il peso ed il motore lavora con mappature votate al contenimento di consumi ed emissioni. Rispetto alle gare di SBK, tutto avviene a rallentatore, con il pilota che deve guidare più dolcemente per non stressare la meccanica. Il fatto che poi Guintoli abbia lasciato il circuito e sia tornato a casa con quella stessa moto, lascia intendere un approccio conservativo.
Sylvain Guintoli: “questa Suzuki va forte!”
Il suo commento sull’esperienza è globalmente soddisfatto, a tratti stupito:
“La giornata è stata bella. Sono entrato in pista con una moto totalmente di serie, senza regolare la pressione degli pneumatici e le sospensioni. Le condizioni generali della pista non erano ottimali e forse si poteva scendere di un paio di secondi. Questa Suzuki ha 200 cv e molta coppia: va veramente forte. Abbiamo raccolto alcuni dati ed abbiamo visto che ho raggiunto un carico 1,5 g in frenata ed oltre 1 g in accelerazione. Possiamo dire di aver girato a 10″ dal record della MotoGP nel 2006 (1:27.676′ in Qualifica, ad opera di Dani Pedrosa, NDA)”
A fine sessione, Sylvain Guintoli ha lasciato il circuito in sella alla sua moto, come molti amatori dopo ogni Track Day. E’ tornato a casa, parcheggiando moto, tuta ed adrenalina in garage. La sua famiglia lo avrà accolto con impazienza e velato sollievo. Possiamo definirlo Smanettone ad Honorem?