Nei giorni passati, Valentino Rossi si è concesso un track day a Portimao con la sua Yamaha R1. Tanto per riassaporare il gusto della piega.
Cosa ci fa a Portimao Valentino Rossi?
Gira in moto, verrebbe da rispondere. In realtà non è (solo) questo il punto. Sulla pista portoghese, Vale sta riassaporando quella che per 29 stagioni è stata la sua professione (ha debuttato in Sport Production 125 nel 1993), il suo mondo, la sua ragione di gioia e dolore. Le staccate a più di 300 km/h, il posteriore che si intraversa (un tempo il suo marchio di fabbrica), le pieghe con il ginocchio e quindi il gomito a terra e le accelerazioni in cui sparare dentro marce come fossero granate.
Ecco cosa ha ritrovato Valentino Rossi presso l’Autodromo Internacional do Algarve: il suo vero modo di essere.
In che senso?
Nel senso che le corse in auto gli piacciono, sono divertenti, infinitamente meno rischiose, pur consentendogli di tenersi in contatto con l’ente fisico chiamato “velocità” (leggasi come “spazio/tempo”). Ma le moto sono un’altra cosa. Soprattutto la Yamaha R1 nata secondo gli sviluppi maturati in pista sulla R1 di Valentino Rossi e l’allora team mate Jorge Lorenzo.
Dai contenuti social, lo vediamo “impegnato” alla guida. Gamba fuori in staccata (fu tra i primi ad utilizzarla), gomito a terra a centro curva, dei bei pick-up per rialzare presto la moto e dare gas. Al punto che qualcuno già ipotizza…
Tirata…d’orecchie
Non c’è proprio nulla da ipotizzare. Contrariamente ai tam-tam mediatici che si rincorrono ogniqualvolta Valentino Rossi tocchi terra con il ginocchio dal 2022, non sta preparando un rientro in MotoGP. Neppure una wildcard e neppure una stagione in WorldSBK.
Non gli interessa accrescere il suo faraonico conto in banca che, comunque continua a crescere di anno in anno, anche senza correre. Non mette in discussione la sua carriera e la sofferta decisione del ritiro per un capriccio passeggero. Ha continuato a correre fino a 42 anni compiuti e quando ha dato un taglio, quest’ultimo è stato netto e senza ripensamenti.
Proprio perché andare in moto è stato da sempre un lavoro per lui, oltre che una passione, chiaramente. Adesso vuole godersi i meritati frutti di quanto imparato nel tempo.