Dopo le 2 comparazioni “MotoGP VS SBK” a Jerez ed Aragon, ve ne proponiamo una 3° a Phillip Island. Per questo confronto ritroviamo Jonathan Rea per la SBK e Maverick Vinales per la MotoGP. Il confronto di oggi è sbilanciato rispetto agli altri 2: l‘onboard di Johnny risale al 2013, quando correva con la Honda CBR1000 del team Pata; il catalano della MotoGP è stato invece ripreso di recente, dal momento che lo si vede in sella alla sua Yamaha M1 (a rigor di livrea, dovrebbe trattarsi del 2018).
Via col vento
La pista di Phillip Island è attualmente la più veloce di entrambi i campionati: la velocità media sul giro tocca i 180 km/h. Il rettilineo più lungo misura 900 metri, ma è posto tra 2 curve velocissimi, quindi vi si raggiungono velocità comunque elevate: 330 km/h con la SBK e quasi 350 con la MotoGP. Il layout è caratterizzato da lunghi curvoni in appoggio, che si chiudono derapando: la percorrenza conta moltissimo. E’ il circuito in cui si frena meno in tutto il campionato. Infatti, Casey Stoner ci ha vinto 6 edizioni consecutive dal 2007 al 2012. Ma il vero nemico di chi corre su questa pista è il vento. Essendo molto vicina all’Oceano, le raffiche di vento influiscono molto sulla direzionalità delle moto. Le velocità costantemente elevate accentuano questo problema.
Il record con una MotoGP è di 1:27.899′, ottenuto da Jorge Lorenzo nel 2013; in SBK, Tom Sykes ha girato in 1:29.230′ nel GP inaugurale del 2020. Una differenza contenuta, un po’ più che a Jerez (+1.6″) e molto più che ad Aragon (2.4″). Il motivo è presto spiegato: date le caratteristiche di cui sopra, andar forte sulla pista australiana è una questione molto più intima che tecnica. Non è un caso che nelle ultime 3 edizioni della MotoGP, moto di tutte le aziende abbiano lottato per la vittoria. Va da se che Lorenzo, nonostante detenesse il record del circuito, nella gara del 2019 abbia preso 1′ dalla vetta. Non sorprende che nell’ultimo velocissimo settore, Alvaro Bautista con la Ducati Panigale V4 SBK abbia girato più forte della Desmosedici GP18 guidata da…se stesso.
MotoGP VS SBK a Phillip Island: a vita persa!
Sul rettilineo del traguardo, complice la differenza di velocità, notiamo che Rea stacca decisamente più avanti di Vinales, pur trovando la linea giusta per impostare la curva 1. Fino alla curva 4, contrariamente a quanto faceva a Jerez, Johnny ritarda molto il punto di corda rispetto a Maverick che tende a cucirsi prima al cordolo. Il distacco tra MotoGP e SBK cresce naturalmente in accelerazione e frenata. Ma ecco che tra le curve 6-7-8 Rea rosicchia qualche decimino al pilota Yamaha. Quest’ultimo, pur raccordando alla perfezione le curve successive, fatica a distaccarlo virtualmente sino quasi al traguardo.
Le posizioni in sella confermano la propensione ai fuori-sella di Rea e ci mostrano quanto Vinales scenda con il busto. A riprova di ciò, vediamo Maverick distendere quasi del tutto il braccio esterno, con il casco che quasi sparisce dall’inquadratura. Decretare il vincitore è superfluo. Occorre riflettere sul fegato di questi piloti che, nonostante gli scuotimenti dati dal vento, tengono aperto il gas ad oltre 200 km/h in piega.