A Rimini, vigile urbano colpisce con un calcio un ragazzo in scooter che cerca di eludere un posto di blocco. Gesto necessario, sia pur al limite dell’abuso di potere. Leggendo i prossimi paragrafi capirete quante distorsioni vi siano nello “storytelling”.
Condanna per il vigile urbano che colpisce scooter in fuga?
Chiariamoci. Il ragazzo in questione non era nella zona industriale di Rimini per un corso di guida sicura. Era impegnato in una corsa clandestina, debitamente ripreso dagli smartphone degli amici per pubblicare la bravata sul web. Il vigile che gli ha intimato di fermarsi, vedendo che la velocità del mezzo aumentava, ha tentato di fermarlo con un calcio. Gesto prontamente condannato dalla madre del giovane, la quale ha asserito che suo figlio “avrebbe potuto rischiare la vita”. Rischio che invece non esiste nelle corse clandestine. Giusto?
Motor Valley
Ci siamo passati tutti. 14 anni: il 50ino e le prime modifiche. La marmittina più aperta che fa rumore; il variatore che lo rende più scattante. Rulli, molle di contrasto e mollette frizione per guadagnare qualche “zero virgola” km/h in più. Poi magari arriva il motore 70cc, i 100 km/h e la sensazione di volare.
Immaginate che tutto questo accada nella romagnola Motor Valley, grassa di buona cucina e profumata di benzina. Per quelle strade dove Valentino Rossi ha scannato con i suoi Aprilia SR, Piaggio Zip, Malaguti Phantom e Honda ZX.
Non stiamo parlando di criminali, ma solo di adolescenti ribelli.
ACAB ed Sindrome di Lucifero
A questo punto, si arriva ad un curioso paradosso. Le Forze dell’Ordine che tanto vegliano sulla sicurezza sono legittimate a far rischiare una caduta? In caso di risposta negativa, cosa avrebbe dovuto fare l’agente?
D’altro canto è legge dell’adolescenza il rifiuto di qualsiasi regola ed imposizione. Si entra nei labirinti della legittima difesa, in cui neppure le tavole della legge riescono a districarsi. Purtroppo è stata una sconfitta da ambo le parti: quella dei motociclisti e quelle delle Forze dell’Ordine.
Una sconfitta che meglio di tutte incarna il celebre proverbio: “2 torti non fanno una ragione”.