La ricercatrice Shel Silva ha sviluppato sulla BMW GS la tecnologia Eye Track: uno studio della visuale e quindi della sicurezza in moto. Anche perché quest’ultima è un algoritmo che contempla moltissimi fattori. Una dei quali, la variabile esogena degli altri motociclisti e degli automobilisti.
Shel Silva ed Eye Track per BMW GS
Questa ricerca studia la visibilità e la risposta neurologica all’impatto visivo da parte dei motociclisti. L’ottica ci insegna che, oltre certi confini (la cosiddetta “coda dell’occhio”), i nostri occhi non raccolgano e/o non processino informazioni. Ergo, qualsiasi ostacolo si trovi in quello spazio, non viene minimamente calcolato. Tantomeno, può essere evitato.
Consideriamo che alla cittadina e quasi trascurabile velocità di 36 km/h, un sistema moto-pilota percorre 10 metri al secondo. E se pensiamo che il tempo di reazione ed intervento convenzionale è proprio di circa 1″, anche a velocità cittadine si rischia di agire 10 metri dopo il necessario Come ovviare a questi bug.
Non è per te, ma per gli altri
Quante volte abbiamo attenuato la paura di amici e parenti circa la nostra passione per le moto, rassicurandoli circa il nostro senno. E quante volte ci siamo sentiti dire che il pericolo non viene tanto da noi, quanto dagli altri. E, come recitava una celebre hit di Umberto Tozzi, “gli altri siamo noi”. Potremmo essere noi nei nostri confusionari trasferimenti in auto da punto A a punto B.
Cosa fare dunque? Conoscere meglio la giungla del traffico circostante e prevenirne i comportamenti. Ancora ricordo quando chiesi a Loris Reggiani se a 60 anni andasse ancora in moto. Lui ammonì: “No, perché per gli automobilisti sei trasparente”.
O ti formi o ti fermi
Questo lo slogan allitterante di molti mental coach e formatori. Ma tant’è: possiamo pensare di svolgere un’attività complessa senza un’adeguata e pedissequa formazione? No. Possiamo pensare di andare in moto senza sapere molti segreti? Vedi la riga precedente.
Non si disdegnino, quindi, i numerosi corsi di guida proposti dalla varie scuole. Andare in moto non finisce al “apri lì e stacca la”. Bisogna studiare, come sui banchi di scuola. Certo, impugnare un semimanubrio piuttosto che una BIC ha il suo perché.