Valencia 2019. Jorge Lorenzo annuncia al paddock il suo ritiro dalle competizioni: dopo l’amaro epilogo con la Ducati, l’infausto 2019 in sella alla Honda lo ha inevitabilmente segnato. Aveva ancora un anno di contratto con il Repsol Honda team, retribuito faraonicamente (circa 4 milioni di € a stagione) ma avrebbe avuto senso continuare? Avrebbe condiviso di nuovo il box con Marc Marquez, dal diverso stile di guida e dalla maggiore influenza nel Reparto Corse. Un ritiro, provvisorio o definitivo che sia, è stata la scelta più razionale. Subito dopo il ritiro, è partito alla volta di Bali, in Indonesia, dalla quale è rincasato pochi giorni fa. E quale miglior ritorno per Jorge Lorenzo se non un annuncio riguardo il 2020?
Cosa farà Jorge Lorenzo nel 2020?
“Nel 2020 tornerò nel Paddock”. Questo l’annuncio di Jorge, che suona come una dichiarazione di guerra agli avversari di sempre. Tale dichiarazione apre numerosi scenari. Un ritorno in Ducati? Possibile, dal momento che Ducati è cresciuta anche grazie al suo supporto e l’ingegnere Gigi Dall’Igna ha sempre avuto un debole per lui. Inoltre è stato intercettato, subito dopo il GP di Valencia, a Bologna (motoristicamente, leggasi “Borgo Panigale”…). Un approdo in Suzuki, che pure convergerebbe con il suo stile di guida? Da escludere, visto il consolidato team Ecstar con Rins e Mir. Un clamoroso ritorno in Yamaha, magari in qualità di tester? Perche no. I destini di Yamaha e del pilota maiorchino sono stati affini: dal 2016, Jorge sembra aver perso smalto e la casa di Iwata non riesce più a sfornare, come un tempo, le moto più invidiate dello schieramento. Quale migliore opportunità, se non il ritorno nel box più produttivo per la propria carriera? Quale miglior collaudatore, se non un 5 volte Campione del Mondo, che conosce la Yamaha M1 meglio del proprio corpo?
Dalla bagarre ai Long Run
Non sarà facile per un pilota come Jorge Lorenzo, passare dalle indiavolate bagarre in gara, ai ricorsivi Long Run dei test,nel 2020. Non sarà facile tecnicamente e tantomeno mentalmente: un collaudatore è un dipendente a tutti gli effetti, il cui compito è testare le novità ed indirizzare uno sviluppo univoco, grazie al quale devono andare forte più piloti (in questo caso, 4). Assolutamente banditi gli sfoghi con la stampa e le pretese che spesso hanno i piloti, soprattutto i Top Riders. Il campione maiorchino, ha rilasciato ulteriori dichiarazioni sul presente ed il futuro della MotoGP:
“Marquez ha vinto 6 titoli mondiali in 7 stagioni, pur non avendo sempre la moto migliore. Con lui mi sono giocato la mia ultima vittoria, a Zeltweg nel 2018. Il paddock si arricchisce di giovani talenti, come Quartararo. Rossi è ancora velocissimo ma a 40 anni non ha la stessa grinta di quando ne aveva 20.”
Il ritorno di Jorge Lorenzo in Yamaha nel 2020, in veste di collaudatore, non trova conferma al momento. Non possiamo sapere se questo ruolo si traduca in una lettura diversa del mondo delle corse, o in un prezioso trampolino per tornare a correre.