MotoGP Thailandia – La MotoGP torna in Thailandia per il 15° appuntamento del Mondiale 2019 e lo fa sul circuito di Buriram, in programma dal 4 al 6 ottobre al Chang International Circuit.
Realizzato con un investimento di 54 milioni di euro, è stato inaugurato nell’ottobre 2014 e prende il nome da una marca di birra locale. La pista è stata disegnata dall’architetto tedesco Hermann Tilke e si trova a 410 km a nord dalla capitale Bangkok, nella località di Buriram, il cui nome nella lingua locale significa “città della felicità”. L’anno scorso in tutte le sessioni della MotoGP la temperatura dell’aria è sempre rimasta compresa tra 30 e 32 gradi mentre quella dell’asfalto ha oscillato tra 45 e 54 gradi.
Il layout della pista alterna rettilinei molto lunghi seguiti da frenate molto forti, a curve da seconda e terza marcia in cui è importante mantenere una buona velocità.
Alcuni piloti lo accomunano al Red Bull Ring, altri ad Austin. Secondo i tecnici Brembo che assistono i piloti della MotoGP 2019, il Chang International Circuit impone frenate mediamente impegnative.
In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, valore identico a Valencia, Misano e Silverstone.
L’utilizzo dei freni della MotoGP in Thailandia
La percentuale di utilizzo in gara dell’impianto frenante per le MotoGP è del 30%, per le Superbike del 27%. Nonostante gli impianti frenanti in carbonio, la decelerazione media sul giro della MotoGP è di 1,27 g esattamente la stessa della Superbike.
Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sui freni Brembo dalla partenza al traguardo, il valore supera gli 8,6 quintali, oltre 160 kg in più dei piloti Superbike che però percorrono 6 giri in meno.
Lo sforzo sul giro è di 33,3 kg per la MotoGP e di 34,9 kg per la Superbike

Frenate mediamente impegnative
Delle 7 frenate del circuito 4 sono considerate più stressanti per i freni; 2 sono mediamente impegnative e 1 è leggera. La più stressante in assoluto per l’impianto frenante è la terza curva, preceduta da un rettilineo di quasi un chilometro: le MotoGP passano da 297 km/h a 79 km/h in 5,8 secondi, percorrendo 282 metri. I piloti esercitano un carico sulla leva di 5 kg, con una decelerazione di 1,5 g mentre la pressione del liquido dei freni raggiunge i 10,8 bar. All’ultima curva prima del traguardo la velocità d’ingresso di 70 km/h: le moto ci arrivano a 263 km/h e frenano per 5,1 secondi in 223 metri.
Con un calo di velocità di 149 km/h, la frenata alla prima curva ricalca i valori della terza curva: decelerazione di 1,4 g, carico sulla leva di 5,2 kg e pressione del liquido di 11,1 bar.
Da non sottovalutare le altre 4 frenate della pista, con tempi di frenata sempre oltre i 2,6 secondi con picchi di 3,4; le decelerazioni oscillano tra 0,9 g e 1,4 g.