Moto Morini è al lavoro su un nuovo modello che ora conosciamo con la sigla P16. Una cruiser con lo stesso motore della X-Cape 650. Tutto il resto sarà una sperimentazione.
Moto Morini in P16
Sarebbe uno scacco nei confronti di quanti ancora la tacciano di ricorsività e mancanza di scelta. Dopo tanti mezzi economici, Morini si diverte a spaziare in nuovi campi. Quello delle Cruiser è il primo (ricordiamo il suo essersi cimentata nella polarità opposta). Una moto tranquilla, perfetta per i passisti, purché rifinita con cura.
Dalle immagini possiamo evincere un mezzo definibile con una semplice parola: semplice. Che non sempre implica l’accezione negativa, tutt’altro. Telaio tubolare e ciclistica di buon livello. Forcella a steli tradizionali e freno a disco. Forcellone in lega al posteriore: non si è andati a risparmio.
Americana fuori, giapponese dentro
I punti di contatto con una gettonata cruiser americana sono ancora molti. Faro tondo, che dalle immagini rubacchiate qui e lì si vede appena. Trasmissione a cinghia esattamente come Harley-Davids…OPS! C’è da capirli: chiunque si cimenti in un nuovo ambito cerca di apprendere dai migliori. In tempi non sospetti, l’artista Pablo Picasso disse: “I geni copiano e i mediocri imitano”.
Ecco che poi, una volta in sella, il focus si sposta su un display digitale. I puristi ne potrebbero preferire uno analogico tradizionale.
Con un filo di gas
Il motore è il bicilindrico frontemarcia 650 della X-Cape. 2 cilindri operosi in grado di sviluppare 60 cv e la coppia necessaria per andare “da cruiser”. Il classico abbinamento motore-carrozzeria con il quale basta un filo di gas per muoversi in scioltezza. Oltre, non conviene insistere con troppi giri.
Morale, ci son tutti gli ingredienti affinché Morini si affermi anche in questo campo. Compreso anche un prezzo sicuramente competitivo, al punto di risvegliare una passione.